giovedì 12 gennaio 2012

HOME, CHECK HOME

La casa in cui abitiamo – poveretta - è frutto di una seconda scelta, perché un collega francese, con la cui moglie sto facendo amicizia (tra l’altro sembra anche simpatica), ci ha soffiato quella vista inizialmente, più ampia e più bella. In realtà, una volta insediati, devo dire che non sentiamo minimamente l’esigenza di avere più spazio. Stiamo parlando comunque di 180 mq, divisi su due livelli: al piano terra ci sono un soggiorno con zona pranzo, una seconda camera comunicante che attualmente funge da salottino (potrei rivendermela come “fumoir”, saletta pensatoio, o anche futura camera ospiti), la cucina ed un bagno. Dalla cucina si accede ad una veranda sul retro attrezzata per mangiare fuori. Ora, i nostri vicini la loro zona pranzo esterna l’hanno ricoperta con uno scafandro che funge da mega-zanzariera con apertura temporizzata, il ché mi fa sospettare qualcosa circa la presenza di zanzare nei mesi estivi.
Al piano di sopra ci sono 3 camere, due molto grandi, per noi e per le bambine, ed una molto piccola, che impiegherò io per la mia futura attività, di cui ancora non conosco l’esistenza, ma dovrò pure cominciare da qualcosa. A chiudere il tutto, due bagni, uno padronale direttamente in camera, ed uno delle bimbe subito all’esterno.
Questa è la vista dal davanti della casa:
e questa la vista sul retro:
Il compound non è pedonale, ma le macchine viaggiano a velocità ridotta; a correre sono invece i ragazzetti su bici e monopattini, che la fanno da padrone. Fuori da ciascuna casa ci sono assiepati i vari mezzi di trasporto: credo che il 95% delle case siano abitate da famiglie con bambini quindi si vede ogni sorta di mezzo, buttato davanti alla soglia di casa. A noi, figli di Milano, delle biciclette rubate il secondo giorno dopo che le hai comprate, dei mega lucchetti e del “ma cosa faccio la denuncia a fare che tanto non la ritroverò mai”, fa abbastanza effetto vedere come tutto venga lasciato senza essere chiuso o custodito, in assoluta sicurezza.
Certo, l’altro lato della medaglia è che il posto è controllato 24H / 24H da “gli omini”, come li chiama Alice, dei cinesini in bicicletta e divisa, che girano senza sosta e controllano, controllano e controllano. Se entri, ti chiedono dove vai (e lì sono cavoli tuoi, a rispondergli…), se li incroci ti salutano con un cenno del capo, se ti sposti ti seguono discretamente, almeno finché la tua faccia non gli diventa familiare (ammetto invece che per me continuano ad essere tutti uguali).

Le sostanziali differenze domestiche tra il vivere in questa casa e quella di Milano sono molteplici.
L’acqua non è potabile e questa è abbastanza una rottura di palle, soprattutto per cucinare. In casa c’è il classico boccione che dura circa cinque giorni. I denti ce li laviamo lo stesso con l’acqua del rubinetto. Vi terrò informati qualora dovessimo cominciare a diventare gialli a pallini blu....
Qualche simpaticone ha deciso che a Shanghai non fa freddo d’inverno (ieri 1°C) quindi per legge il riscaldamento non è previsto. Ergo, tutti si sono attrezzati con la pompa di calore che produce, al pari dell’aria condizionata estiva, il caldo in inverno. La qualità del caldo però è abbastanza sgradevole, soprattutto per l’aria piuttosto secca che viene prodotta.
Le persiane, le tapparelle, gli scuri – chiamateli come volete – sono inesistenti qui, come in molti altri paesi. Per fortuna le cosiddette tende oscuranti fanno abbastanza bene il loro lavoro.
La doccia invece, è veramente fantastica: dimensioni approssimative 1x1,6 mt, con doccetta, soffione, lava piedi e getti laterali differenziati. Una figata!!!
La vasca a Milano non l’avevamo, per cui per noi è un bel cambiamento.
Un po’ meno per Alice che questa mattina si è letteralmente tuffata di testa dal bordo della vasca, pensando che fosse più profonda (…….).

4 commenti:

  1. La parrucchiera dove ogni tanto vado a farmi spalmare la tinta per coprire il mio incalzante incanutimento, (ebbene sì, lo ammetto, per enne ragioni vado da un parrucchiere cinese, la principale è il gap linguistico, che fa si che facciano in silenzio e velocemente, a catena di montaggio, il loro lavoro, e che si occupino (?) esclusivamente dei capelli della clientela e non della loro psiche o della loro privacy!!!), bene, anche lei della periferia di Shanghai, tempo fa mi aveva raccontato di questa cosa del riscaldamento che non c'è...

    celto noi siamo sul male, fa caldo… però io il mio bambino di 5 mesi non ce lo polto dalla mia suocela (che già le cresce il primo) fino all’estate!

    Mica scema la hairstylist eh!?

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  2. Già che ci sei, chiedile di un buon parrucchiere qui a Shanghai, ché tra un po' anche il mio di incanutimento si farà vivo.....

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  3. Ciao Gio,
    finalmente riesco a dare un'occhiato al tuo mitico blog a cui mi sento comunque un po' imparentato ;)
    Ti seguo con attenzione ... anche se magarai intervengo poco ;)
    Ci mancate un sacco :(
    Un bacione alle bimbe ed un saluto all'Ing. ;)
    A presto
    Gianluca, Paola & Beatrice

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  4. Ciaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo Gioooo!
    Mi manchi

    Ma il tuo blog è davvero stupendo!
    Ora ho poco tempo per intrattenermi ma appena posso ti leggo.

    Qualche giorno fa ti ho mandato alcuni sms sul tuo solito numero di cell. ricevuti? non credo...

    Ti mando un grossissimo bacione.
    Maria

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