giovedì 29 marzo 2012

UN VIZIO OGNI TANTO

Mmmmm....
Mica male però ‘sta Cina....
Mi prendo un paio d’ore. Inforco la bici: giornata di sole, brezza piacevole, occhiale miscionimpòssibol e pedalata provenzale (ormai di ordinanza).
Giungo nella via più cool della mia zona, che proprio cool non è, ma vabbé. Diciamo che non ci sono raviolifici en plain air, galline, tagliatori di teste di porcelli o altre amenità. E’ solo una piacevole ed alberata strada con negozi, bakeries, shops e tra gli altri parecchi parrucchieri.

Eccone uno scorcio....
Tra i tanti parrucchieri scelgo il mio. Ci ho già portato Alice a fare tagliare i capelli, su indicazione di un’altra espatriata italiana che mi aveva consigliato di andarci, perchè lei si trovava bene. Salvo che oggi tornandoci mi sono accorta che quello che mi aveva consigliato lei è 100 metri più avanti. Mi aveva detto Agito, io ho visto Amani e mi è sembrato di ricordare che il nome fosse quello. Poi dicono che studiare a quarantanni migliora la memoria....
Comunque entro. Chiedo una piega.
(Ho bisogno di non sentirmi “Riccio pasticcio” per un po’, anche se sto per rientrare a Milano dal mio parrucchiere, perchè il mio colore è allo stato attuale più bianco che marrone...)
Mi fanno accomodare, ma non al lava-teste. Allora ribadisco che voglio solo una piega. E loro fanno di sì con la testa. Hanno proprio capito. Portano l’acqua calda di ordinanza da bere e mi chiedono se ho un “designer” preferito.
Questa cosa dell’acqua calda l’ho sempre denigrata ma non è mica così male...Depura con brio, si direbbe. Oppure, usando un’espressione un po’ più greve, si può dire che sgrassa, che detto così non è una bella immagine. Però in effetti è una sana abitudine.
I cinesi, come dico sempre, sono pragmatici. Sono tipi da patti chiari amicizia lunga, quindi ti portano subito il prezziario e ti mostrano quanto costa quello che chiedi e quanto può variare a seconda della manovalanza che scegli. Io scelgo una via di mezzo: né l’ultimo dei garzoni di bottega, ma neanche l’Aldo Coppola di Hongmei Lu.
E allora partono con una specie di lozione saponosa con massaggio di circa quindici minuti, che include una fantastica digitopressione di spalle e collo e un rimaneggiamento intensivo in vari punti della testa, devo dire talmente intensivo da aver avuto timore per un istante che mi si riaprisse la fontanella.
Passaggio al lavateste, che spesso nei parrucchieri cinesi carini è in penombra, con postazioni semi-sdraiate, piuttosto comode, che addormentarsi è un attimo. Qui sciampino e poi un’altra goduria: panno bollente dietro la nuca, con altro massaggino durante l’applicazione del balsamo.
Ritorno alla posizione eretta alla postazione phon.
Nell'attesa del mio "designer" (ah ah ah!!!! se lo sente il mio ex capo!!!!) mi guardavo allo specchio ed ho pensato che quello che mi raccontavano una volta prima di partire per la Cina è un po' vero: a furia di stare a contatto con i cinesi mi vedo gli occhi più grossi, quasi strani... Bah!
Comunque, si chiude con pulizia accuratissima delle orecchie con appositi cotton-fioc (bleah!) e ovviamente la piega, rapida ma soddisfacente.
Tempo complessivo 50 minuti.
Costo complessivo 8 euro e mezzo.

Dicevo: mica male però ‘sta Cina....

7 commenti:

  1. Quella cosa della pulizia delle orecchie mi dà un fastidio... I massaggi invece sono fantastici. E per farti venire un po' di invidia, sappi che io dal mio spendo meno, he he.
    Comunque approfitto qui per smentire le voci di fidanzamento del Gatto Selvaggio: resta fedele a Kai, suo sposato, nonostante le mie previsioni. Me l'ha confermato, eh, un giorno che giocava a rincorrersi con Seung Chang, che sono solo amici.

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  2. Mmmmm...Qui c'è del torbido....Avrà mica one foot in two shoes?
    :-)

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  3. Eh-no-ma-non-è-valido-però!
    Devo assolutamente far leggere il tuo post alla mia cino-parrucchiera-espatriata.
    A me per 25 euro italici, mica me lo fanno tutto sto trattamento, e poi con tutta la tinta in testa, l'asciugamano pataccato di colore sulle spalle, mi piazzano mezzora in vetrina proprio sulla via principale del quartiere, che se una poco poco ci tiene all'immagine, è finita!

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  4. Ti invidio molto, ma molto molto molto, per non dire moltissimo. Come discendenti diretti (Andrea ed io) del nonno Ambrogio, siamo stati forniti di un discreto cervello (spero), ma di un tappeto erboso esterno alquanto scarso per non dire insignificante (almeno sulla nuca). Purtroppo non vedo un parrucchiere dal giorno prima del mio matrimonio cioè dal lontano 1998 (sembra pleistocene o mesozoico e comunque prima dell'ultima glaciazione)quando andai a farmi la barba al pettine visto che i capelli già latitavano).
    Un bacio grandissimo a tutta la famiglia
    Enrico

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  5. L'esperienza parucchiere in Cina è sempre qualcosa di memorabile....ma sta di fatto che arrivate ad un certo punto dell'anno, tutte le TaiTai sono più bianche che marroni....ma fedelmente riportiamo le nostre bianche chiome in patria!

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    1. Tu stai a Suzhou, vero? Penso di averti sentita qualche mese fa su Radio Deejay raccontare della tua esperienza. Noi eravamo appena arrivati in Cina e mi eri sembrata molto coraggiosa (soprattutto considerando da quanti anni sei "cinese"!!!).

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    2. ...sì a Suzhou....si ero io....Coraggiosa? Ma no....infondo non si stà così male, sono passati gli anni bui...adesso non possiamo proprio lamentarci!

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