Devo
ammettere che mi viene difficile immaginarmi il mite agopuntore in preda al
delirio da stadio tra un calcio di rigore e un fallo di piede, mentre urla una
bestemmia in coreano e lancia la sua teiera di ceramica o la collezione di
Tutto Brahams in 100 CD sulla testa di un tifoso del Manchester United.
Però
si sa, il mondo è bello perché è pieno di stranezze, e questa non fa certo
eccezione.
Ad
ogni modo, la strada per arrivare all’Ospedale TCM di Hechuan Lu è abbastanza
vicina a casa mia ma le prime volte ci sono andata in taxi, perché non ero
sicura di aver valutato bene le distanze per poterci andare in bici.
Piccola parentesi: ho fatto un enorme passo
avanti a lezione di cinese perché finalmente, dopo tre settimane di training
autogeno, sono riuscita a memorizzare come si dice “andare in bicicletta”:
aggirarmi per la casa recitando come un mantra “qi zixingche” (ci zescincé) ha
dato i suoi frutti. Sono fiera di me.
Dicevo,
il passaggio alla bicicletta è stata conseguenza di una mattina in cui, dopo la
mia seduta di agopuntura ed alla disperata ricerca di un taxi, mi sono infilata
in una zona limitrofa all'ospedale, zona che a dir poco definirei “diversa” e che in
un primo momento mi ha abbastanza spaventato, nel senso che era un dedalo di
stradine con case basse, tanti negozietti, un brulicare continuo di persone e
un livello di trascuratezza e miseria che prima non avevo mai vissuto così da
vicino. Questo labirinto di viuzze, ho poi scoperto in bici (che è il modo
migliore per conoscere la città), è presto diventata la mia scorciatoia per muovermi più
rapidamente da un certo vialone vicino a casa fino ad un passo dall'ospedale.
Potete immaginare dunque che nelle ultime settimane sia diventato un luogo quasi familiare, essendoci passata all'incirca una ventina di volte, con tutti i climi, con il sole e con la pioggia, nelle giornate che sembrano ancora quasi primaverili e con un gran freddo, che ora sembra proprio essersi stabilito a Shanghai.
Potete immaginare dunque che nelle ultime settimane sia diventato un luogo quasi familiare, essendoci passata all'incirca una ventina di volte, con tutti i climi, con il sole e con la pioggia, nelle giornate che sembrano ancora quasi primaverili e con un gran freddo, che ora sembra proprio essersi stabilito a Shanghai.
Questa
zona è impressionante perché è delimitata da palazzi approssimativamente “signorili”,
da aziende con l’aria abbastanza moderna, da compound molto curati e da modesti
grattacieli per lo più residenziali. Si snoda in una manciata di viuzze dalla
sede stradale a pezzi e costeggia per un bel tratto uno dei moltissimi canali che
si trovano in città, corsi d’acqua marroni e dall'aria discretamente putrida.
Le
case non sono alte, uno o al massimo due piani, e come spesso accade in questi “quartieri”,
occupano quasi esclusivamente il fronte strada, poiché sul retro o la casetta
non esiste più, o si trasforma in una catapecchia cadente che si regge tra
calcinacci di altre case, variamente crollate o destinate a crollare a breve.
Questo
luogo mi colpisce per tanti motivi e per altrettanti motivi non me la sono
sentita di fotografarlo, non ultimo il timore che la gente, che mi guarda
sempre con una certa curiosità, potesse non gradire la mia intrusione e
decidesse di caricarmi con il motorino o a suon di patate dolci sulla zucca.
Resta il fatto che valeva la pena cercare di raccontarlo perché di posti così a
Shanghai ce ne sono diversi, anche se sempre meno, perché gradualmente vengono
demoliti, per fare posto a urbanizzazioni indubbiamente più civili, ma che
paradossalmente perdono qualcosa.
Lo
ammetto, sono inurbamenti davvero agghiaccianti da un punto di vista igienico-sanitario,
estetico e più semplicemente urbano. Non sono certo BELLI. Ma hanno una
vitalità che li rende affascinanti. Intanto non manca niente: sembra essere nel
mondo della Lego, dove trovi tutti i mestieri ciascuno alloggiato nel suo bravo
negozio: il fornaio, il macellaio, il droghiere, il negozio di frutta e
verdura, il parrucchiere, il ristorante, il chiosco degli snack, il venditore
di scarpe, il mercato all'aperto e qua e là una giostrina per bambini, la classica
pecorella o cavallino con la moneta, per
fare felici bimbi piccoli e piccolissimi, imbottiti di vestiti come salami,
imboccati in continuazione e seguiti come principini, anche tra le lamiere.
In
questi luoghi mi sembra sempre di vedere il sorriso, la felicità della gente,
che vive una comunità in modo sereno. Forse mi illudo, o forse se è vero, se è
vera serenità, è quella che viene dall'ignoranza di chi NON SA che può avere
di più, che c’è gente che non deve fare i bisogni in una latrina o lavarsi i
capelli e i denti davanti ad una fila di anatre appese a seccare, sputando l’acqua
in una ciotola.
A volte mi chiedo se questa gente è consapevole della propria condizione oppure è ignara. Se sa che nel mondo c’è altro e se lo desidera.
A volte mi chiedo se questa gente è consapevole della propria condizione oppure è ignara. Se sa che nel mondo c’è altro e se lo desidera.
E –
soprattutto – mi chiedo che cosa succederebbe se un miliardo e spicci di
persone dovesse cominciare a desiderare davvero di avere di più.
gran bel post. Io credo che non sappiano che al mondo c'è altro, o se lo sanno sono incatenati alla loro ''triste'' condizione (triste magari lo è solo per noi).
RispondiEliminaE' veramente un grande dilemma.
Eliminae brava che hai imparato a dire Vado in bici.
RispondiEliminasei pronta per provare a dire Adesso vado là in bicicletta.
hehe
O anche "fangulè" ("ho lavorato duramente", cosa credevi!)
Elimina:-)))
lo stanno gia' facendo, cara giovanna, a passi da gigante, ed e' questo che terrorizza il mondo occidentale.
RispondiEliminale viette che hai esplorato sono stupende e ti fanno vedere come vivono ancora milioni di persone in cina. e sei a shanghai! ti ricordi quando hai esplorato guilin? ci sono tantissime altre zone nelle stesse condizioni. ma shanghai, si sa, non e' la cina. anche se ancora, in qualche viottolo, qualcosa ne rimane.
goditi il tempo qui, per vedere e cercare di conoscere queste piccole, genuine, realta'.
brava.
un abbraccio,
cris
Grazie dei consigli, cara...
Elimina... la Vecchia Cina, destinata a scomparire. Ma io la amo, come te...
RispondiEliminaMa la Nuova Cina credo sia destinata a far scomparire noi. Occhio per occhio?
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