martedì 12 giugno 2012

PAGHI UNO PRENDI DUE

Il mio primo corso di cinese é ufficialmente finito: sono faticosamente riuscita a completare il primo libro, quindi – teoricamente – dovrei essere in grado di sbrogliarmi in almeno una decina di situazioni diverse, tante sono le units di cui il testo é composto e sulle quali ci siamo esercitate.
Nel caso specifico dovrei essere capace di:

1.       Salutare e ringraziare.
E fin qui ce la posso fare.
2.       Presentarmi e chiedere lumi sull’altrui provenienza.
Si. Ce l’ho.
3.       Prendere oziosamente un caffé (cambiando pure idea, per dare un po’ di pepe alla cosa) e fare un minimo di spesa.
Dunque: ci siamo abbastanza, a patto di non uscire troppo dal seminato. Specie quando si tratta del mercato. Mi sono anche disegnata uno schema con relativi disegnini, per memorizzare i nomi di frutta e verdura, ma sono pigra e soprattutto sui vegetali non vado fortissimo.
4.       Proporre a fantomatici amici cinesi molto impegnati di uscire a cena o a bere una cosa.
In barba alla unit quattro: non ho amici cinesi!!!
5.       Esprimere il concetto di vita molto piena applicandola a giorni, settimane e mesi.
Non perché io abbia una vita così piena, ma questa “ce la posso fare a farcela”.
6.       Prendere un taxi e dare indicazioni.
Celo.
7.       Esprimere preferenze gastronomiche.
Restando sul basico, si.
8.       Ordinare cibo da asporto o ordinare al ristorante.
Beh, dipende dove sono: per esempio se sono da Maidanglao (McDonalds, ah ah!) e mi andasse un hanbao (hamburger), una kekoukelé (Coca-Cola), o una fendà (questa ci arrivate da soli...) o una xuebì (Sprite) o ancora yi fen san hao taocan (una porzione del Menu N°3, questa era dura...), direi di si.
Se invece cominciamo ad andare sul raffinato/complicato, allora é nebbia.
9.       Far sapere di essere ammalati, stanchi, stressati, impegnati, insomma delle vere merde umane.
Decisamente no. E non perché io non mi consideri mai una merda umana, ma perché arrivati alla unit nove, l’attenzione é cominciata a scemare.
10.   Vademecum della brava massaia (lavo, stiro, faccio la spesa)
Diciamo che sulla carta é il campo in cui mi sono esercitata di più, vedi relazioni con l’ayi. Al tempo stesso, però, é stato proprio all’ultima lezione, leggendo il testo di un improbabile conversazione tra signora bene e donna di servizio, talmente polite che nemmeno la Regina Elisabetta al thé delle cinque con Camilla Parker-Bowles, ho avuto il crollo.
Davvero me ne vergogno un po’, ma come la signora Longari cadde sull’uccello, io sono crollata tra una lavata di piatti e un mezzo carico della lavatrice. L’insegnante parlava e parlava, la mia compagna di studi rispondeva e rispondeva, e io nel mezzo non capivo un assoluta min....a.
Così, complice il caldo, la stanchezza, l’ormone ballerino o chessò io, non sono riuscita a trattenere negli occhi due gocciolone che si sono in breve trasformate in un torrente in piena, con relativo “sfogo esistenziale sulla difficoltà delle espatriate in una realtà di plastica come la nostra”.
Per fortuna la nostra insegnante é una tranquilla, alla mano, ha capito, mi ha consolato e via avanti con la lezione.
E’ tanto alla mano che quando l’altra sera è venuta a cena a casa nostra, per celebrare la fine del corso con una bella cenetta italo-francese, appena entrata, alla mia offerta di indossare le ciabatte (perché nessun cinese entrerà mai in casa vostra senza togliersi le scarpe) ha voluto a tutti i costi andare in bagno a lavarsi i piedi dichiarando a gran voce di avere i piedi belli sudati. Come abbia fatto esattamente a lavarli non saprei, considerando che 1) non abbiamo il bidet e 2) non ha usato nessuna degli asciugamanini per gli ospiti. (!!!)

Comunque, se ci penso attentamente, mi rendo conto che io, come tutti quelli che come me stanno imparando il cinese in Cina, siamo dei privilegiati: é oggettivamente una fortuna poter studiare la lezione “OGGI AL MERCATO” dalle 9:00 alle 11:00 e poi, alle 11:15 andare effettivamente al mercato e fare pratica. Certo bisogna ignorare completamente il fatto che quando ci arrivi, al mercato, per quanti sforzi tu faccia, non ti capisce nessuno e quel “very good” che un attimo prima la tua insegnante ti ha propinato risulta essere una macroscopica balla detta per motivarti.
Alla fine, non avrò imparato granché ma almeno ho ottenuto quel “survivor chinese” che serve per andare avanti, quelle informazioni di base tipo L’EDIPEO ENCICLOPEDICO della Settimana Enigmistica.
-Lo sapevate che in Cina lo sconto é al contrario? Ovvero che se vi propinano dei saldi all’80% ciò significa uno sconto pari al 20%?
Buono a sapersi, PRIMA di ritrovarsi alla cassa con un totale dieci volte più alto del previsto.
-E che la parola domenica si può dire in 6 modi differenti?
Utilissimo.
-E che dire della parola papà, che suona come babà, ma che non va pronunciata come baba che invece vuole dire pupù?
..........!
-Che a seconda del tono dato alla parola “mai”, questa vuol dire comprare o vendere?
Potenzialmente problematico.
-Che i cinesi per benino non dicono mai parolacce e tutt’al più le scrivono o le sussurrano?
-Che un altro modo per dire grazie è “xinkulé” che suona più o meno come “scincule!”?
A metà tra un gesto scaramantico e un invito....

Il primo livello é finito. E la ticcer ci ha portato il certificato.
Eccolo, dice. Questo.

Tutto molto bello, ma...“Perché abbiamo ottenuto il livello ELEMENTARY ENGLISH? Studiavamo cinese...”
Silenzio.
Poi azzarda: “Beh, perché le lezioni erano in inglese!”
E noi: "Aaaah" (tradotto: “Bella ca.....ata!”)
Strana la logica cinese, però. Molto strana.
Ma se lo dicono loro...

Due giorni dopo ho ricevuto un nuovo certificato: Achieved level ELEMENTARY CHINESE.
E tante scuse.
Bella lì: due diplomi in un colpo solo....

12 commenti:

  1. Beh, da quello che hanno scritto hai anche seguito un corso di corso generale, qualsiasi cosa significhi. Sono le meraviglie dei traduttori automatici credo.
    Comunque complimenti per il diploma :-)

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    1. Ah ah ah!!!!
      Grande: non me n'ero nemmeno accorta!!!
      Adesso ho il diploma di due corsi di corso generale di cinese e inglese.
      Geniale.

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  2. Fortissima la "chiusa" .Molto divertente. Che faccio oggi quando vado a ritirare i pant che la sartina cinese mi ha accorciato? tento il "grazie" cinese, oppure pago e me ne vado ? Cora

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  3. Eh eh...Dipende da come ti ha fatto l'orlo.
    E ricordati: é un ringraziamento "timido", mi diceva la maestra....

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  4. auguri per la fine del corso!
    ma quanto mi piace leggere della tua vita dall'altra parte del mondo ;)

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  5. Sei proprio forte.
    Dovresti allegare un mini filmato (o la registrazione)di te che vai al mercato e ordini 1 kg di carote o qualcosa del genere, senza prepararlo, come viene viene.

    A quando corso di tai chi?

    Enrico

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    1. Il famoso gioco in cui si deve indovinare il personaggio facendo domande sul suo aspetto, vero?
      (é biondo? ha gli occhiali? ..allora é Cheng!) Quello, dicevi?

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    2. dai non prendermi in giro...quello che dici tu è il tal chi.

      Io intendevo proprio il tai chi chuan...
      sai all'alba in un bel giardino cinese con la nebbiolina e l'armonia nel mondo, movimenti al rallentatore e Orson che pensa: "come è lenta la mamma"
      E

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  6. Certo che in Cina "tutto e' possibile"!
    Mi sono schiantata a leggerti!
    Ho un'amica che vive a Pechino, non so se la vita li' sia diversa, ma immagino ugualmente incasinata!
    In bocca al lupo!

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    1. MI dicono che Pechino sia moooolto più inquinata e sporca, i tassisti siano più sgarbati, ma la città è anche più autentica!!!
      Comunque, benvenuta collega!

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  7. Dai brava!
    Un mio amico, appassionato di cultura nipponica, studia giapponese da 7 anni e mi ha detto di considerarsi solo ora un principiante! Spero per te che il cinese sia almeno un filino meglio...

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