martedì 26 giugno 2012

MIGRAZIONI

Sembra impossibile ma ce l’ho fatta.
Se qualche mese fa mi avessero detto che sarei stata in grado di fare un viaggio intercontinentale di 12 ore da sola con due bambine piccole, tre valigie, due zaini e un passeggino non ci avrei creduto. La sola prospettiva di affrontare una piccola trasferta mi ha sempre terrorizzata. Per tacere del fatto che, insomma, l’aereo un po’ mi fa paura.

Sarà anche che la statistica è dalla nostra parte e l’incidente stradale è più frequente di quanto non sia il disastro aereo, ma io quando si tratta di mettersi in volo non ho mai la rilassatezza che, per esempio, vedo in Andrea. Per lui é come prendere il pulmino che fa il giro di Gardaland. Io qualche patema in più ce l’ho, soprattutto se faccio mente locale sul fatto di trovarmi in volo ad altezza siderale su un caghino di metallo.
E se non hanno fatto bene la revisione meccanica?
E se non hanno fatto il pieno per risparmiare?
E se un uccello si infila nell’elica e si sbudella dentro il motore compromettendone il funzionamento?
E se il pilota è drogato o etilista ma si vergogna ad affrontare gli alcolisti anonimi?
Diciamo che a furia di pensarci spesso il panino gommoso del pranzo mi va di traverso.
Comunque, tornando “a noi”, il viaggio è stato passabile, anche se il bilancio, come al solito, presenta luci ed ombre.
OMBRE
1)      Ritengo che sapere appena hai salutato tuo marito che il tuo volo subirà un tragico ritardo di 2 ore rispetto alla partenza non sia propriamente positivo. La crisi isterica ha fatto capolino, controllata solo dal fatto di non avere nessuno di età superiore ai quattro anni con cui sfogarmi. Beata solitudine....
2)      Posti a sedere pessimi, di quelli delle prime file davanti che non hanno il bracciolo alzabile, condizione indispensabile per consentire ad Orson di stare stesa e dormire. Non mi sono nemmeno seduta e con piglio deciso (anche questa abbastanza un’anomalia per quanto mi riguarda, ma in tal caso o reagisci o subisci...) mi sono fatta cambiare di fila.
3)      Vassoi di cibo veramente pessimi. Allora mi sono concentrata sul mio terrore di volare e ciòè bastato per non curarmene più.
4)      Prima di imbarcarci ho fatto una corsa in bagno per un’ultima pipì prima del viaggio: qui una cinese obesa la faceva seduta sul water con la porta del suo box aperta. Mi ha guardato come dire ”’Mbè?” e si è pulita. In aereo un uomo continuava a scaracchiare felice poche file dietro di me. La cadenza degli sputacchi era regolare come un cucù.
Ho già nostalgia dei cinesi e sono qui da sole 24 ore...
5)      C’entra poco con il viaggio in se’, ma resta il fatto che per le prossime cinque settimane non avrò il pelatone accanto a me. E ciò é male.
LUCI
1)      Sono arrivata. Nessun pezzo cedevole, oca migratrice sbudellata o pilota fatto di peyote.
2)      Orson aveva la febbre. Brutto a dirsi nel capitolo luci, ma in questo modo ha dormito per i due terzi del viaggio. Il resto del tempo ha fissato lo schermo davanti a noi con occhio acquoso e languido. Poraccia.
3)      Nel posto accanto al mio c’era un ragazzo australiano di 24 anni con cui ho amabilmente chiacchierato (lo ammetto, ho capito circa il 70% dei suoi discorsi) di Melburne, di vita, di pesci palla e cobra, di vecchi e nuovi continenti e di viaggi alla scoperta del mondo. Che figata la vita a ventiquattro anni! Però mai stata così io. Perché poi? Carattere? Retaggio culturale? Epoca storica? Però sto cominciando adesso ad essere un po’ più avventurosa e ad uscire dal guscio. Meglio tardi che mai, si direbbe. Posso solo dire grazie alla mia dolce metà, allora.
4)      Una volta arrivata a casa e sistemato il grosso ho sfogliato la posta: ci sono arrivate le tessere ufficiali Miles & More di Lufthansa. La mia, quella di Alice e quella di Maia. Mi piace molto questa cosa: essere Frequent Flyer  a 1 e 4 anni. Forse io non sarò mai così cittadina del mondo come il giovine australiano. Ma le mie figlie probabilmente si.
Grande.

8 commenti:

  1. brava, brava, brava! sono molto fiera del tuo coraggio nell'affrontare il viaggio da sola (sebbene avessi poca scelta...).
    ora la strada e' solo in discesa. con le miglia, poi...!
    mi piace molto il punto 3 delle luci e, a proposito del punto 4 delle ombre: puoi sempre fare un salto in via sarpi. so che non e' la stessa cosa, ma magari due buoni ravioletti te li fanno volentieri e puoi sempre, poi, sorridendo, dirgli che adesso li sai fare anche tu :o)
    buone vacanze e arrivederci ad agosto.
    cris

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  2. Con questo post sei riuscita a commuovermi (e no, non sono in SPM!)!?!. Anche se negli ultimi anni non ci siamo troppo frequentate, mi fa piacere sapere che sei in questo lato del mondo, ti sento vicina... Goditi queste vacanze, guarda l'Italia con l'occhio un po' distaccato dell'expat...e BRAVO IL "PELATONE"!
    Un abbraccio forte,
    cri

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    1. Grazie cara,
      pensa che sono stata tentata anche di chiamarti....Mai dire mai.
      Un giorno che mi sento ispirata lo faccio!
      Un abbraccio

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  3. BRAVA! Ce la si puo' fare allora... mi aspetta tra un mesetto circa il viaggio opposto con figliolame della più o meno stessa età e sono già terrorizzata!! Ben tornata in Italia.

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    1. In bocca al lupo. Non oso dirti che è facile. Ma poi quando è andata ti senti una ganza...

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  4. il mio primo volo e' stato ryanair torino-stansted a 25 anni, quello di mia figlia lufthansa ginevra-monaco-pechino a 5 mesi, capisco benissimo cosa intendi!!!

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