TREDICI APRILE DUEMILADODICI

Eccoci qui.

L’ho menata talmente tanto che finalmente ce ne liberiamo tutti.

Dei miei primi quarant’anni, intendo.

Ora proprio non si scappa più. 
Hai voglia a fare cene in anticipo, a ricevere regali prima del tempo, a brindare al giorno che tanto è ancora lontano. Oggi semplicemente me tocca.

Fin da piccola ho avuto un po’ la fissa di festeggiare il compleanno in pompa magna. Forse perchè i miei in questo caso mi hanno abituato troppo bene (e stavolta diciamolo che sennò li strapazzo sempre, ‘sti genitori!). Il mio compleanno infatti, partiva con una serie di vantaggi competitivi:

-la bella stagione

-una casa grande con un grande giardino

-la mamma che preparava il “rinfresco” per un reggimento,con formazione base di pizze, focacce e panini al latte ripieni di burro e prosciutto o salame, 'na roba leggera, insomma...

-un nonno prestigiatore

-un’indole abbastanza fantasiosa (di tutti) che ci consentiva di organizzare cacce al tesoro o altri giochi di squadra piuttosto divertenti.

Il compleanno quindi era una festa per davvero. Mi piacerebbe avere sottomano un compagno delle elementari per chiedere conferma, ma credo che quei pomeriggi fossero sempre un evento molto atteso, non solo da noi, soprattutto in anni non propriamente consumistici, in cui i bambini non erano al centro del mondo come adesso. Il ché, volendo essere un po’ nostalgici e fare un discorso da vecchi (e da oggi posso: ho quarant’anni!), non era neanche tanto male. Quando vedi i compleanni dei bimbi di oggi, pressati tra diecimila regali, baby dance, sballonzolamenti sui gonfiabili, tubi magici, reti e percorsi dei pirati, cartoni animati e festeggiamenti da Mc Donalds mi viene male. Molto meglio il tenore un po’ ruspante delle nostre feste.... Non oso immaginare che aspettativa potranno avere i bambini di oggi quando anche LORO arriveranno ai quaranta.

Una possibilità è che per contrappasso optino per una modesta cenetta tra intimi a base di minestrina di pollo e spigola al cartoccio, per fare passare l’evento il più possibile sottotono. Ma se il confronto si dovesse misurare sui fasti delle feste dell’infanzia di oggi come minimo dovrebbero fare un finanziamento in banca e prenotarsi qualche locale fichissimo, con animazione, nani e ballerine, cocktails stra-ganzi e torta ipocalorica.

Nel mio caso, divagazioni a parte, c'è un grande vantaggio nell'essere qui a Shanghai proprio oggi: festeggiamenti ce ne sono stati in Italia, per cui la mia giornata scorrerà serena fingendo totale indifferenza.
C’ho pure cinese, oggi...

Ieri ho approcciato l’ay sull'argomento e mentre lei mangiava biascicando sul suo riso-con-pollo-a-pezzi-e-per-pezzi-intendo-tutti-gli-ossicini-del-mondo le ho detto nel mio cinese stentatissimo che oggi sarebbe stato il mio compleanno.

A parte che ho pronunciato la parola compleanno tutta sbagliata (ovvero shengrì ma si pronuncia tipo scianr con la r “arrotata”). Lei mi ha chiesto qualcosa, verosimilmente la mia età, e quando gliel’ho detto ha fatto la solita faccia della mucca davanti al treno.

Eddai, di qualcosa! Qualsiasi cosa! Così posso fingere di aver capito che stai dicendo che sembro molto più giovane della mia età.

Mucca.

Cazzarola scuotiti dal tuo torpore, donna!!!

Mucca.

Su, mangia ancora un chicco che ti viene l’ispirazione....
Poi la luce.
Prende il vocabolario italiano-cinese e cinese-italiano e scorre. Trova la parola (ovviamente in cinese).

Che vuol dire qualcosa tipo CRESCERE, CAMBIARE.

Eh, si cara ay...il tempo passa, si cresce, si cambia. Arriva per tutti il momento del cambiamento, ma dobbiamo pensare posit....

MAIA E’ CRESCIUTA, dice. 
DOPO ITALIA.

Strozzatici con l’ossicino di pollo, và.