lunedì 12 marzo 2012

AFFIDABILITA'

Pensavo di scrivere di tutt'altro questa sera. Ma poi mi capita tra le mani il messaggio di una fanciulla (vedi www.ginabarilla.blogspot.com ) che tra gli altri cita il mio blog come 100% affidabile. 
In altre parole, è una sorta di “certificazione” del tutto informale, fornita dal sito www.gliaffidabili.it (vedi http://www.gliaffidabili.it/a/altro/il-premio-il-blog-affidabile) che cerca di favorire la divulgazione e la maggiore conoscenza dei blog che considera meritevoli di attenzione e che ritiene in qualche modo autentici, nelle loro intenzioni, negli obiettivi che si prefiggono e, io credo, nel fare alla fine di Internet e delle sue varie facce, uno strumento finalmente positivo e non solo il temibile spauracchio che è diventato, essendo da sempre uno strumento non soggetto a nessuna regola, in primis deontologica.
Ringrazio molto calorosamente la mia “sponsor” ginabarilla, perchè condivide con me (o io con lei, è uguale) quelle che sono le motivazioni di un blog e il senso della sua affidabilità: scrivere con passione di qualcosa che si ritiene possa interessare il prossimo, in modo spensierato e se possibile divertente; cercare di farlo con costanza e non farne uno strumento di lucro (non vedo come, tra l’altro, dato il mio non foltissimo pubblico...).
La mia esperienza di blogger è nata perchè dovendo emigrare per tanto tempo qui in Cina avevo deciso di scrivere di me, di quello che avrei vissuto e del come l’avrei fatto, ma a beneficio solo mio e della mia famiglia. Volevo scrivere un diario. Poi un amico mi ha suggerito di creare un blog. All’inizio ho rifiutato drasticamente l’idea, perchè ho pensato che fosse una esperienza troppo personale da rendere così pubblica, perchè non amo i social networks per principio, perchè non condivido l’idea di rompere le palle al prossimo racontando di quante volte una delle mie figlie ha sporcato il pannolino, perchè navigando a caso nell’etere ho scoperto che ci sono troppi blog e soprattutto troppi blog che non raccontano assolutamente niente.
O almeno niente di interessante per me.
Poi però ho pensato che poteva essere anche un modo per comunicare con la mia famiglia ed i miei amici “a distanza”, a prescindere dalle e-mail, da skype, dal telefono, da tutti quegli strumenti che noi poveri espatriati benediciamo ogni giorno che passa.
Ed ho scoperto che per loro è un modo per starci vicino, ma anche per scoprire qualcosa in più su questo enorme paese, che io vivo in un certo senso da ignorante. Della Cina non so nulla: non sono arrivata qui con la conoscenza data dai libri, tanto meno da storia e geografia, rispetto alle quali sono di un’ignoranza crassa.
Shanghai la vivo da donna della strada, con le mie aperture e chiusure, con i miei timori, ma in fondo anche con una certa disponibilità (non tutti i giorni, lo ammetto...), perchè se c’è una cosa che stiamo imparando stando qui - e che è essenziale che imparino anche le nostre figlie - è che non c’è un popolo migliore e uno peggiore.
Noi italiani, forse anche noi europei, arriviamo qui con la spocchia di chi è evoluto, acculturato, pulito, civilizzato. Ma sto imparando che questo veramente non significa nulla. Essere migliori è altro.
Forse è esattamente il contrario: migliore è chi impara dagli altri, nel rispetto delle differenze, per quanto enormi ci possano sembrare.
Questo vorrei che imparassero.
E spero che il blog potrà esserne un buon testimone.

P.S.
Non era un post esilarante, vero? In extremis potrei raccontare quella dell'uomo che entra in un caffè. Solo che “splash” non fa più ridere dal 1982. Potrei variare con il cinese che entra in un caffè caldo e grida “shang-hai!”.
Ma temo di perdere consensi…..

2 commenti:

  1. Grazie cara, perchè ora so un sacco di cose sulla Cina che prima non immaginavo neppure; perchè ora guardo i gestori cinesi del mio bar preferito con occhi diversi; e perchè quando l'altro giorno un collega al caffè ha esclamato "lo sapete che i cinesi la carta igienica usata la gettano in un apposito cestino a lato del WC" ho potuto dire "si, lo so. Me lo ha raccontato la mia amica che abita in Cina!". E caspita, son soddisfazioni....
    Pensavo di segnalare il tuo blog agli ITALIANS di Beppe Severgnini, così se qualcuno avesse intenzione di andare in Cina, saprebbe già cosa aspettarsi (e dopo questo ardito slalom tra congiuntivi e condizionali, la chiudo qui).
    Insomma, che dire, BRAVA!

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  2. Grazie a te per la partecipazione. Italians non l'ho mai seguito sull'etere, ma il buon Severgnini su carta stampata insegna parecchio in fatto di espatri e vita all'estero...

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