mercoledì 14 marzo 2012

DANNATA FESTA DELLE MEDIE


Ho avuto un primo pensiero: siamo a Shanghai da due mesi.
Poi ho avuto un secondo pensiero: mancano altri due anni e dieci mesi.
Detto così non è proprio bello. Sembra che stare qui sia una sofferenza. In realtà per certe cose ci ho preso gusto, per altre mi sono abituata, per altre ancora ci sto lavorando. E’ su quel “ci sto lavorando” che faccio un po’ fatica, perché detto tra noi ogni giorno che passa qui è uno sforzo. O almeno, io la vivo così.
Immaginatevi la vostra vita come è ora, alla soglia dei quaranta.
Per chi è più giovane: adeguatevi, perché per il solo fatto che non compirete 40 anni tra un mese esatto come me dovete subire.
Per chi è più vecchio: dai quaranta ci siete già passati, quindi ve lo ricordate.
Per chi è vecchissimo e non ha più memoria: siamo a Shanghai da due mesi.
Dicevo: immaginatevi la vostra vita quotidiana, intorno ai quaranta.
Lavorate tutti almeno da una dozzina d’anni, qualcuno in meno se eravate delle capre lavative a scuola, qualcuno in più se, poichè eravate delle capre lavative, la scuola l’avete mollata presto.
Gli studi comunque sono un pallido ricordo. Difficilmente ORA state studiando qualcosa. Tutt’al più vi state dilettando in qualche corso di quadro svedese, di decorazione al punto croce o di palla prigioniera, come da anni desideravate fare.
Gli amici, uff...che palle, sempre gli stessi, i cari vecchi amici, che ritrovi all’aperitivo del venerdi sera e con cui trascorri la serata sempre nello stesso modo: ti fai una media, ti ammazzi di pizzette e di penne alla puttanesca e te ne torni a casa con l'acidità di stomaco.
Gli affetti in genere sono più o meno stabili (lo so, lo so, ho detto più o meno!!!!).
Abiti nella tua casa da un certo tempo, conosci il quartiere, i vicini, la zona. Ti orienti, insomma.
Il tutto è tendenzialmente lineare.
Qui invece l’ordine delle cose viene inevitabilmente sovvertito.
Al di là del fatto che geograficamente e culturalmente sono agli antipodi rispetto a quello cui ero abituata, mi sono resa conto di aver subito una sorta di regressione, che passa e ripassa da fasi della mia vita che ho già vissuto e che in molti casi avrei voluto sotterrare e rimuovere completamente, ma che ora vivo di nuovo.
La scuola materna. Mi ritrovo incastrata in giochi di bambine di una noia mortale (principesse, bambole, casa della barbie, ancora principesse, “no...l’ho detto prima io”, duplo, indovina chi?, “dallo a me sennò non gioco più e non sei più mia amica”, colorare, principesse). Non che a Milano non sarebbe capitato, ma qui non posso sublimarmi e liquidare Aliccia e le sue amiche giocanti tout-court, perchè sono vincolata dalla presenza di Orson che, oltre a dover essere intrattenuta a sua volta, fa un po’ l’effetto del miele su Winnie the Pooh  per qualsiasi bambina in età pre-pubere con velleità materne. In poche parole: ce le ho tutte tra le palle. E i pomeriggi non mi passano più.
La scuola elementare. Eh, già, perchè mi ritocca studiare. E vi assicuro che alla mia età non te lo ricordi più com’era studiare. Io studiavo ore, oltretutto con discreta passione, con energia, con senso del dovere. Al mattino, al pomeriggio, anche alla sera.
Ora mi ritrovo a ripassare cinese 10 minuti prima della lezione tra un cambio pannolino e una passata al polpaccio di silk-épil (benché non sia  richiesto essere depilati per studiare mandarino) con un enorme senso di colpa per non averlo fatto quando potevo. Per esempio dopo pranzo, a mente fresca, anzichè cazzeggiare su Internet, o la sera ricopiando diligentemente la lezione precedente, piuttosto che scrivere sul blog di quanto avrei dovuto studiare cinese (eh, eh...).
La festa delle medie. Ovvero quell’effetto pesce fuor d’acqua pre-adolescenziale in cui cerchi disperatamente di conoscere chi ti sta intorno, dispensando sorrisi a destra e a manca, tra crocicchi di donne che tra loro familiarizzano già da mesi e che tu pensi che non conoscerai MAI.
Come dimenticare la frustrazione di sentirsi esclusi dalla festa, perchè si è timidi, perchè si è alle prime armi, perchè semplicemente non si conosce ancora nessuno. La stessa frustrazione che ricordo di aver provato anche in seguito in contesti diversi (liceo, università,campeggi, vacanze....) e che pensavo non avrei vissuto più.
Poi ti ritrovi a Shanghai senza neanche accorgertene e, mannaggia, devi ricominciare da zero.
E non ci sono neanche la spuma da cento ed i panini al latte....

7 commenti:

  1. ...E questa volta non hai nemmeno una sorella maggiore che apre un po' la strada! Ma comunque te la stai cavando benissimo anche da sola.In fondo i 40 non li hai ancora ! ..Beata te.Cora

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  2. Io ho fatto un salto molto più piccolo, di "soli" 40 km dalla vecchia casa, ma ti assicuro che abbiamo dovuto ricominciare tutto da capo. Oltre ad avviare una nuova casa, ricostruirci una vita. Perchè abbiamo scoperto che molti nostri amici sono tali solo se si abita vicino, se no diventano improvvisamente latitanti. Così ci siamo ritrovati soli, con una nuova rete tutta da ricostruire. Il nostro piccolo ha aiutato molto, sopratutto mi ha permesso di conoscere altre mamme e costruire nuove amicizie. Per un lungo periodo le persone con cui parlavamo di più erano i negozianti dei dintorni.
    Francesca

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    1. E' proprio vero: con la lontananza le amicizie le confermi o le smentisci...
      O ne trovi di nuove con persone che prima frequentavi poco.

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  3. Dai Gio, forza!
    immagino che non sia certo facile e il tuo post credimi rende molto bene l'idea. Non saprei cosa consigliarti (io ho fatto una discreta fatica nel mio anno e mezzo a ... Torino!).
    L'unica cosa che mi sento di dirti è Per prima cosa pensa a te stessa ! coltivati degli spazi solo tuoi (senza bimbe!) cerca un giro di persone con interessi affini ai tuoi (che ne so architetti/e stranieri, o mogli di diplomatici appassionate di fotografia o cineforum in inglese o ... boh!) e ritagliati uno spazio/tempo tutto solo tuo che ti appaghi, ti diverta, ti rilassi e ti faccia staccare la testa dai casini e dai problemi quotidiani (io ho trovato anni fa l'improvvvisazione teatrale che mi è stata e mi è davvero utile).
    Io lo chiamo sano egoismo e penso sia davvero molto utile in generale per tutti e in particolare per le mamme di figli piccoli. Se la mamma sta bene i figli stanno + che bene è del tutto inutile a parer mio "sacrificarsi" (odio qs parola!) e sbattersi esageratamente per il bene della prole proprio perchè se la madre è stressata i figli se ne accorgono (e reagiscono) al volo, lo stesso però vale per la mamma serena.
    Probabilmente già il tempo che dedichi qs blog è un po' una sorta di pausa da tutto però forse non è sufficiente.
    Stammi bene
    elisa

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    1. ma perchè non mi mette la fotina e mi scrive anonimo? mo' ci riprovo e che cavolo con la fatica fatta permregistrarmi e mettere pure la fotina!elisa

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  4. Potremmo sentirci con skype tutti i gioni per 2 ore come l'ultima volta!Tenendoci compagnia avremmo anche in anteprima allattamento, pappe e cambio pannolino!!!Due giorni a settimana ti faccio anche una lezione Personal di Pilates!!come la vedi?condivido il tuo stato d'animo pur non avendo cambiato casa, sarà anche per questo che mi manchi un sacco!!
    forza che tra poco fai una capatina.
    baci
    Rox

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