La nostra media quindi (almeno fino a quando Andrea non riuscira’ a
rifare la patente, per motivi burocratici non prima di marzo) e’ di circa un
paio di taxi al giorno.
E’ allora facile immaginare non solo che lo spettro umano sia molto ampio,
ma anche che ho imparato molto bene sulla mia pelle di cosa sto parlando.
Quando si dice che a Shanghai si guida male, si intende di fatto
che i tassisti guidano male, dal momento che rappresentano quasi la meta’ delle
macchine in circolazione. Il colore delle vetture e’ variabile, a
seconda della zona della citta’ dalla quale provengono. In realta’ ovunque si
vada si trovano taxi un po’ di tutti i colori, dal verde al celeste, dal bianco
all’oro (il preferito di Alice, of course).
Quello che invece non cambia sono marca e modello del mezzo, che e’ sempre una
Volkswagen Santana (avranno fatto dei bei soldini con quest’esclusiva, no?).
Fatte queste premesse, l’esperienza con il taxi si compone di alcune
costanti e di altrettante variabili.
Partiamo prima dalle costanti.
La divisa: ovvero una giacchetta blu spesso e volentieri stazzonata e
macchiata di cibo che pero’ offre quel tocco di professionalita’ che non
guasta.
La bevanda misteriosa: ogni tassista (in realta’ dovrei dire ogni
cinese) va in giro con un thermos-bricco-barattolo-bottiglietta contenente del
liquido amniotico di natura e colore imprecisati, ed un fondo in cui si muove una sorta di
anti-materia che puo’ variare dal pulviscolo semovente, alle bacche, a qualcosa
tipo fondo del the’ o fiori di bach. Insomma, e’ una specie di tisana fatta con
la qualsiasi. Andrea lo chiama “Il Cristo degli abissi” e vi assicuro che rende
perfettamente l’idea.
L’arbre magique: e’ la costante che manca, perche’ gli odori del taxi sono sempre molteplici. In genere si varia dall'odore di fumo, a quello di aglio, oppure di arachidi tostate o se si e' fortunati di tutti e tre insieme.
L’arbre magique: e’ la costante che manca, perche’ gli odori del taxi sono sempre molteplici. In genere si varia dall'odore di fumo, a quello di aglio, oppure di arachidi tostate o se si e' fortunati di tutti e tre insieme.
L’unghia fessa: questa e’ un classico dei classici. Trattasi della
consuetudine di fare crescere l’unghia del dito mignolo (destro o sinistro, a
seconda della propria manualita’) in modo esponenziale, onde poterne fruire per
recondite ricerche ed esplorazioni orfiziali di varia natura. L’ho detta bene?
La guida: una volta su due e’ da nausea. Vai e inchioda, vai e inchioda, vai e inchioda. Non vi dico quando ho voluto provare una tassista donna...
La guida: una volta su due e’ da nausea. Vai e inchioda, vai e inchioda, vai e inchioda. Non vi dico quando ho voluto provare una tassista donna...
Queste le costanti. Le variabili invece sono ovviamente legate al
singolo individuo, quindi la casistica sarebbe potenzialmente infinita. Mi
limitero’ pero’ ai casi piu’ emblematici:
Il lento
E’ quello che non capisce. Gli gridi l’indirizzo, scandisci le parole,
le ripeti venti volte, ma lui niente, non ci arriva. Allora tenti di farti portare in una strada nelle vicinanze che sia piu’ facile da pronunciare, che lui
sicuramente capira’. Di solito finisce che scendi dove non devi e ti fai un
paio di chilometri a piedi...
Il seccato
Non e’ infrequente trovare quello che si infastidisce a sentir parlare
un’altra lingua, quindi impunemente alza il volume della sua radio a manetta (ma
davvero a manetta) rendendo impossibile la conversazione. In quel caso, non
c’e’ altra soluzione che tacere e sorbirsi qualche ameno programma radiofonico
cinese di cui nessuno sentiva il bisogno.
Lo stronzo
Piove, sei sola con una bambina di 1 anno in braccio ed un passeggino.
Gli fai cenno, lui si ferma, con una mano tieni in braccio la piccola, con
l’altra chiudi il passeggino aiutandoti con il piede, la testa e i denti. Fai
per aprire anche il bagagliaio con la terza mano che ti resta, ma non si apre. Bussi
sulla carrozzeria per sollecitarlo ad aprire. Lui scocciato esce, borbotta
qualcosa, pigia sul pulsante, apre il bagagliaio E RISALE IN MACCHINA.
Il bestemmiatore
E’ raro trovarlo - perche’ in genere i cinesi non si
scompongono nel traffico - ma quando lo becchi sono cavoli amari. Le tira dietro a tutti e probabilmente bestemmia come un disperato. Naturalmente suppongo che in
Cina la bestemmia sia qualcosa del tipo: “Je venisse un colpo a Mao e a tutti i
suoi fratelli!!” (piccola parentesi: ho scoperto a trentanove anni suonati che
non si dice Maozetung, ma piuttosto qualcosa come “Maodsedon”. Un po’ come se un cinese
avesse sempre chiamato Berlusconi, chesso’ Berluscano. Eh eh..)
Il commentatore
E’ quello che quando pronunci le tue due parole in croce ride e
commenta (Pronuncia sbagliata?), quando ti aiuta a caricare le borse nel
bagagliaio commenta (Ma quanto mangiate? Ma cosa comprate? Ma quanto pesa?),
quando non-si-sa-cosa-ho-detto-stavolta commenta. Se mi spazientisco, quando
esco lascio una salvietta sporca di Maia dopo averle pulito la candela.
Il preciso
Quello che per fare inversione va sulle strisce pedonali. E il dramma e’
che e’ proprio preciso, perche’ il loro codice della strada recita di
fare esattamente cosi’. E' irrilevante il fatto che mentre fa manovra ci siano pedoni che attraversano. Strike!
Il sicuro di se’
E’ quello che pensa di aver capito tutto, nonostante sia uscito dal
compound ed abbia imboccato la strada dalla parte opposta a quella che fai
sempre, ma lui niente, continua a fare lo sbruffone, perche’ e’ proprio certo
di avere la strada in mano.
Un po’ come il tassista che ha preso Andrea l’altro giorno. Ci ha messo
solo 1 ora e 40 minuti per portarlo al lavoro.
D’altra parte bisogna capirli, questi mica c’hanno il navigatore, la
pianta della citta’, il Tutto-Shanghai....
Ma va’, loro vanno a braccio.
In una citta’ di venti milioni di abitanti.
E che braccio........
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