Il bello è che dopo un week-end passato a casa perchè piove, uno
trascorso all’ICIA (trad. Ikea) a comprare tutto lo scibile umano, uno a fare
la spesa, uno a montare i mobili dell’Ikea ché non puoi mica lasciarli
imballati per un anno, alla fine è arrivato il momento del week-end di relax.
Complice un tempo quasi fantastico, con freschino ma non freddo, sole
splendente e azzarderei a dire quasi il cielo azzurro, ci siamo dilettati nel
cazzeggio piu’ totale in giro per la città, scoprendo che nonstante i miei
malevoli post, le critiche, le diversità endemiche tra Cina ed Europa, si può
stare anche qui piuttosto bene e godersi la vita con quello che la città offre
di bello.
Premesso che non abbiamo ancora potuto vivere da turisti, visitare le
canoniche mete di chi viene qui in vacanza, abbiamo
pero’cominciato a mettere il naso fuori dal compound. Sembrerà paradossale ma
in effetti è così: vai a vivere dall’altra parte del mondo e vorresti farti il
giro dei templi della città, dei quartieri caratteristici, dei must offerti da
questa metropoli tentacolare, ma non hai fatto i conti con le due teppistelle.
Una che non vorrebbe camminare mai e l’altra che non vorrebbe stare mai sul
passeggino. Certo, potremmo scambiarle di posto ma secondo me Maia non è ancora
pronta per la mezza maratona del turista allo sbaraglio.
Quindi, la regola è piccole tappe. E la nostra domenica è stata
costellata appunto di piccole tappe.
Il mercato dei fiori.
E’ comodo perchè molto vicino a casa, ed è proprio carino. Tantissimi i
fiori in vendita, recisi, ma anche in vaso, oltre a piante, cactus, orchidee (a
prezzi stracciati) e in un secondo padiglione anche piccoli animali,
prevalentemente coniglietti, pesci e tartarughe. Questa parte fa un po’
impressione perchè in Europa siamo abituati a trattare gli animali cosiddetti
da compagnia con una certa cura, quantomeno a non maltrattarli. Di per se’ la
cosa è un paradosso, nel senso che già il fatto di tenere un pesce in un
acquario è un maltrattamento. In Cina la tutela degli animali è probabilmente
una barzeletta di cui ridere. Se vuoi un pesce rosso devi sceglierlo in una
vasca in cui ce ne sono dentro mille, probabilmente alcuni anche morti sul
fondo. Idem per le tartarughine di mare e –questo fa piu’ effetto – anche per quelle molto grandi, che nuotano in uno spazio minuscolo, senza praticamente
potersi girare.
Ieri in pieno centro, nella via più popolosa e popolata della città,
siamo incappati in un’enorme vetrina “vivente” in cui nuotavano alcuni squali
ed altrettante bellissime tartarughe marine. In uno spazio che in spessore non
credo superasse il metro. Uno strazio, da vedere.....
Comunque, al Flower Market, per gli amanti del genere, ci sono in vendita
anche iguane, strani rettili ed enormi vedove nere. Noi, più canonicamente, con 15 euro ci siamo portati a
casa un mazzo di bellissimi tulipani, piu’ fiori di bordura ed una vaso
in vetro bello grande.
Ecco perchè non riesco a contrattare...Con la stessa cifra a Milano
avrei preso un mazzetto di fiorellini stitici (almeno da quel ladro del
fiorista sotto casa...) di quelli che una volta aperti s’ammosciano subito e
hai voglia a spostarli fuori la notte o a mettergli l’aspirina dell’acqua.
Mosci restano. Questi invece sono lì, dritti come fusi, belli fieri, a
rallegrare la casa.
Il Bund.
Finalmente abbiamo fatto un giro sul Bund, altrimenti detto lungo
fiume. Il fiume in questione è lo Huang, che divide la città in due parti:
Pudong, all’incirca “al di qua del fiume”, e Puxi, che immagino sarà “al di là
del fume”. Se ne deduce anche che Pu vuol dire fiume, un elemento essenziale della città, oggi come in passato. Shanghai è nata come città
commerciale e la sua espansione è solidamente legata all’essere una città
fluviale.
Dal Bund si può ammirare il classico skyline da cartolina, per
intenderci questo...
....con l’orribile edificio della Perla d’Oriente, quel grattacielo con le
due sfere rosa luccicante, insomma... (descrizione che neanche Philippe Daverio
in Passepartout....) Quello che -secondo me impunemente- è diventato uno dei
simboli della città. Perchè, detto francamente, sarà anche un simbolo ed un
elemento di riconoscibilità, ma a mio modestissimo parere è una delle cose più
kitsch che mente umana abbia concepito.
Pero’ il Bund è bello, la sensazione di apertura, di spazio e di
respiro è finalmente percepita e, con le debite proporzioni, mi è quasi
sembrato di essere sul lungo mare di Barcellona, almeno per la sensazione
che sia stata fatta un’opera urbanistica ordinata e gradevole, cosa alla quale
in Italia non siamo assolutamente abituati (in genere urbanistica e gradevole
non sono parole che convivono nella stessa frase...).
Certo, più si è in centro, più la concentrazione di foto alle bimbe
aumenta. Nei nostri sobborghi bene o male tutti hanno da fare (è la Shanghai
che lavora, la Shanghai che produce...). In centro invece i perdigiorno con
macchina fotografica si sprecano, quindi è una vera agonia andare in giro con
le due pesti.
Ma tant’è. Anche l’ostile Alice ci sta facendo l’abitudine.
Il brunch.
A chiudere la nostra domenica è stato un fichissimo brunch al
quarantaseiesimo piano del Marriott Hotel. Quelle esperienze mistiche che ci
siamo riproposti di fare almeno ogni due o tre mesi. Sì, perchè di più le nostre
tasche non potrebbero consentire, ma non c’è dubbio che quando lo consentono la
cosa sia veramente piacevole. Mumm a fiumi e ogni sorta di assaggino da
provare. Il bello del brunch in Cina, almeno in questo genere di posti, è che
hai la possibilità di provare varie tipologie di cibi, ma tutti in versione
asiatica. E allora vai col liscio!
Sushi. Salmone: crudo, scottato, aromatizzato, in salsa. Dumplings.
Ostriche.
E poi dolci, da fare invidia ad Ernst
Knamm.
E poi due facce di tolla che non ti fanno mangiare quasi nulla,
ma va bene così.
Ti ubriachi di Mumm e
ti godi il panorama dal quarantaseiesimo piano....
quando tornate vorremmo ci portaste delle vedove nere (per i nuovi colleghi di Fabio)e delle ostriche per il brunch che faremo insieme!mi raccomando contrattate come meglio potete, non tanto per le ostriche quanto per le vedove nere...ne servono tante!!
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