Mi è capitato, nella stessa
settimana, di subire (testualmente) gli effetti di alcuni misunderstanding, ovvero di fraintendere completamente qualcosa di
cinese, interpretandolo a mio modo.
E questo, quando accade a
Shanghai, può essere molto, ma MOLTO dannoso.
Nel primo caso, sinceramente, non
è stata tutta colpa mia, avendo fatto un cattivo uso del traduttore dell’Iphone,
che uso abitualmente per non dover ricorrere al vocabolario, nel caso debba - il più delle volte scrivere - qualcosa in cinese.
Nello specifico, l’idea era
chiedere alla ayi di andare al mercato delle verdure e comprare un po’ di cose.
Di qui, la lista: zucchine, peperoni, arance, cachi, broccoli. Nulla di ché.
Peccato però che, tornata a casa,
ho trovato nel cesto della frutta, insieme ai mandarini (sic), un sacchetto
pieno di strane bacche verdi, grandi la metà di un pisello e immangiabili,
almeno da crude. L’indomani, sono riuscita a incontrarla fortuitamente, ché ora
con il lavoro non la becco più, e le ho chiesto spiegazioni che naturalmente
non ho capito, se non che quel che le avevo scritto io non era decisamente un
frutto. Risalendo al traduttore, mi sono resa conto di aver tradotto dall’italiano
al cinese la parola CACO e non CACHI.
Per chiarirmi le idee ho fatto la
stessa prova con l’inglese: CACHI, mi ha tradotto PERSIMMON.
CACO (ovviamente) mi ha tradotto
SHIT.
Ora, non mi è ben chiaro che cosa
io abbia chiesto di comprare esattamente alla ayi. Ma credo che lei
sportivamente mi avesse acquistato delle bacche lassative.
Fair enough.
Il secondo episodio è successo al
lavoro che, ci avrei giurato, è già fonte di inesauribili spunti. Non intendo
certo tediarvi con i racconti di graziose colleghe che ruttano liberamente
perché, sebbene dopo due anni di Cina il fatto in se’ dovrebbe essere assimilato
(quando il realtà non lo è), ci sono argomenti ben più sostanziosi.
E quando dico sostanziosi non
parlo mica a vanvera, io.
Perché succede che la giovane
stagista Kate, la timidina che si inchina prima di chiedere qualcosa, la
settimana scorsa è stata in visita alla famiglia di origine in non so
qualche anfratto qualche amena località della Cina e molto carinamente ha
portato doni alimentari a tutti i “capi”, tra cui un pacco di caramelle anche
per me.
Queste.
Succede che proprio quel giorno
io faccia le sei in studio e mi ritrovi a saltare il pranzo. Verso le quattro
occhieggio il pacchetto verde e mi dico che è proprio l’ora di una buona
caramella cinese, immaginandomi una specie di mou al latte di bufalo. Ho
sorriso alla giovane Kate e ho scartato.
Dentro, questo.
Dunque, non caramella al latte di
bufala, bensì caramella alla carne di bufala con l’aspetto dell’escremento di
bufala.
Che dire, una bufala.
Un po’
meno, il fatto che ho dovuto mangiarla. E sorridere.
La caramella più lunga della
storia. Incluso l’ottimo retrogusto.
Il terzo ed ultimo
fraintendimento è accaduto l’altro giorno, andando al lavoro in motorino. Perché
se non ve lo avessi detto, ci siamo ricomprati un motorino. Nella speranza che
non ci freghino anche questo.
Quindi io sfreccio per le vie
della Concessione Francese come una lippa. E supero gente di tutti i tipi, con
motorini di tutti i tipi e generalmente molto più lenti del mio. E c’è 'sto grassottello
su uno scooter di quelli tutti incerottati che va come una lumaca e io
strombazzo. E mentre strombazzo sento quell'inconfondibile rumore preparatorio.
Quello che ogni laowai* conosce.
Quello che se non ti scosti, rischi di prenderti una bella sputacchiata giusta
giusta sulla scarpa.
Fatto sta che io ho dato per
scontato che il cicciottello in corsa decidesse di mirare alla sua destra, come
generalmente accade.
Misunderstanding, dicevo.
Il cicciotello ha mirato a sinistra,
naturalmente nell'esatto momento in cui io ho deciso di superare.
Vavavuma....
*Laowai= non cinese
noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
RispondiEliminasputata al volo no, in confronto la caccomella e' niente!
massima solidarieta'
la collega MariaTeresaRutta in Cina è per tutti un grandissimo classico.
RispondiEliminaPiù sono carine e più sono tuonanti.
Attendo il racconto del prossimo step, tipo Marmitta Scoppiettante....
Il nostro vicino di casa, che forse conosci, e che lavora nel campo dello spettacolo, è appena tornato dalla Cina, dove è stato per lavoro per quasi un mese. Era, a dir poco, incazzato e nauseato per motivi analoghi a quelli di cui tu parli. Ma tu hai il grande vantaggio di essere stabile là, e quindi molto più allenata. Ancora un anno e ti sembrerà normale, coraggio
RispondiEliminaBarbariccia
Uno+ uno+uno: totale tre BLEEH!!!!. Cora
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