domenica 26 maggio 2013

DELITTO E CASTIGO

C’è un tempo per ogni cosa, recitava il saggio Kevin Bacon in “Footloose” citando - forse un po’ a culo - la Bibbia. E mai frase fu più saggia.
C’è un tempo per nascere e uno per morire.
E c’è anche un tempo in cui tua figlia arriva a casa con la sua prima, vera nota. E sono soddisfazioni.
Anche perché, signori, qui alla scuola internazionale, mica funziona come in Italia, dove le cose sono relativamente semplici e seguono un ordine prevedibile, in cui il bimbo fa il danno, la maestra lo rimprovera ed eventualmente lo punisce a propria discrezione, avvisando i genitori con una nota sul diario.
O almeno….ai miei tempi era così, mentre ora ho il vago sospetto che se un maestro osa punire uno scolaro in qualche modo anche solo vagamente restrittivo si possa scatenare una pletora di genitori incazzati e pronti a biasimare l’insegnante troppo severo, che ai loro occhi è il vero responsabile del comportamento alterato del povero fanciullo, vittima della società cinica e bara.
Comunque. Gli americani avranno tanti difetti, ma non certo quello di far passare sotto silenzio un peccato, di qualsiasi entità esso sia.
Chi rompe paga.
Un esempio a caso: chi ruba ed è colto in fallo e magari, chessò, era pure un politico di spicco, si dimette subito e paga lo scotto delle sue vergogne.
Da noi non succede proprio la stessa cosa, perché per qualche strana ragione anche in questo caso si scatena una pletora di elettori incazzati e pronti a biasimare il giudice troppo severo, vero responsabile delle piccole défaillances del povero politico, vittima della società cinica e bara.
Ma sto divagando troppo.
Il metodo della scuola di Alice, in caso di comportamento molto scorretto, prevede una trafila degna di Alcatraz: la bambina viene portata dalla propria maestra nell’ufficio di un’altra maestra, preposta a figurare come lo spauracchio di tutti i bambini: “Se non fai il bravo finisci nell’ufficio di Miss Anna…”.
Qui, le insegnanti ed il reo (la rea, nel nostro caso) compilano un plico di due pagine, analizzando nei minimi dettagli l’accaduto.
DOVE MI TROVAVO? (quando ho fatto il danno, si intende)
Alice era in classe, durante il momento del silenzio
CHI E’ STATO COINVOLTO?
Va da se’ che la tapina ha tirato dentro anche un altro bambino
COSA HO FATTO?
Qui ci siamo sbizzarriti: praticamente ha selezionato quasi tutte le opzioni possibili. Non ha seguito le regole, ha parlato mentre doveva stare in silenzio e ha usato bad words.
Bad words? E quali?, le chiedo io.
Whatever, mi dice. Che, per chi non lo sapesse, significa qualsiasi cosa, ma suona anche un po’ come non è importante, lascia stare.
No -dico io- voglio sapere cosa hai detto! Che parolacce?
Whatever! Mi risponde lei.
All’inizio mi rassereno (mi aspettavo qualcosa di più forte, francamente), anche se subito dopo realizzo che la parola è stata usata in risposta alla maestra che le diceva di stare zitta.
Che, riformulata e contestualizzata, suona adesso più come un sobrio ‘fanculo all’indirizzo dell’insegnante.
La mia serenità viene meno.
COSA DEVO FARE ADESSO?
Qui la tapina, in un inglese stentato, ha realizzato che era meglio abbassare la cresta e chiedere ampiamente scusa…
RIFLESSIONE SU COMPORTAMENTI PIU’ ADEGUATI
Riflettere, comunicare, avere cura degli altri…. Avrà capito tutto ciò?
COSA FARE LA PROSSIMA VOLTA?
Sostanzialmente ubbidire (e magari non mandare a stendere la maestra, aggiungo io..)
SEI PRONTA A TORNARE IN CLASSE?
Certo, ci mancherebbe, dopo mezz’ora di sudori freddi e di testa china, secondo me non vedeva loro di fuggire da lì!

Pensavo: e se proponessi ‘ste due paginette anche per Palazzo Chigi?

11 commenti:

  1. Ti dirò:ognuno ha i suoi metodi.Io da vecchia insegnante,di fronte a un. "vaffa",se così è, consiglierei alla brava miss di accedere al blog di Grillo. Capirebbe che le ha fatto un complimento e si sta impegnando molto!Cora

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  2. Oh cavolo!!! Dimmi che hai scherzato ti prego!!!

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  3. Caspiterina! Sono senza parole! Cosa ve ne pare di tutta la faccenda? Mi interesserebbero le opinioni di varie persone.
    Mila

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  4. Educare i bambini e' sempre un grande dibattito. Noi li affidiamo alle scuole e...
    Cara, non so cosa dire.
    Qui in Nuova Zelanda se vedono atti di bullismo il bambino in questione deve chiedere scusa davanti a tutta la scuola.
    E comunque la cosa bella e' che la legge e' uguale per tutti, e questo sicuramente e' diverso dall'Italia, dove purtroppo, e lo dico a malincuore, se diventi il capro espiatorio di un insegnante non c'e' piu' speranza.

    Io non la vedo come una sgridata senza senso, mi sembra abbiano cercato di far capire lo sbaglio, forse un po' troppo in pompa magna, povera Alice!
    Un bacio!




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    1. Infatti io non sono mica contraria a questa modalità. Quanto meno hanno cercato di farle CAPIRE le cose.

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  5. Parlando seriamente, sono d'accordo con te!Cora

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  6. Faccio il mio commento solo perché altri chiedono opinioni varie. Il mio parere, infatti, è che l'insegnante si è comportata in modo assolutamente normale, così come normale è la contestazione estemporanea - e maleducata - di una bambina. Dal mio punto di vista, naturalmente datato, non c'è molto da commentare. La perversione è piuttosto quella a cui ci siamo abituati e che ci fa considerare strano un intervento educativo che, in quanto tale, non può prescindere né dalla comprensione, né dall'autorità.
    Barbariccia

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    1. Non considero "strana" la sostanza, diciamo solo un po' la forma.
      Sei sempre il mio preferito, comunque.
      :-)

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