CE LA POSSO FARE

Brrrr

Eccoci di nuovo qui. Tornati nella nostra casetta di plastica ancora più o meno addobbata per le feste, ché la ghirlanda sulla porta che fa molto amerrigano la lascio ancora un po’ perché mi piace tanto.

Siamo tornati, ma i nostri corpi dobbiamo averli lasciati a Milano perché da 48 ore siamo rimbecilliti di giorno e dei grilli di notte. Quella appena trascorsa ci ha visti insonni dalla una alle cinque, tutti tranne Orson, che grazie al cielo ha dormito, perché se quella è sveglia nelle ore piccole sono caxxi di tutti e assai amari.

Stamani tutti alle loro mansioni: lavoro, scuola e vita da massaia. Avrei veramente un paio di idee su cose da fare che mi gironzolano in testa, ma il clima esterno è talmente ostile che non invoglia ad uscire.

Brrrr

Mi ero scordata quanto potesse fare freddo in questa città: eppure le temperature non sono diverse dall’Italia. Tra 2 e 6 gradi in media. Solo che tira un ponentino che ti si piazza tra collo e spalla e se la prospettiva è comunque spostarsi con la bici quanto meno tocca bardarsi ben benino.

Brrrr

Il compound è ancora mezzo vuoto, ché una delle scuole più frequentate dagli stranieri di qui riapre la settimana prossima. Mi ero scordata anche la mia desolazione di quando siamo arrivati un anno fa: non conoscere nessuno, non sapere cosa far fare alle bimbe, non poter uscire perché fa freddo. Un incubo. Ci ripenso ancora adesso con ansia.

Brrrr

Oggi avevo lezione di cinese ma l’ho rimandata: pronti via di lunedì mattina non ce la potevo fare. Ché già tra un’ora arriva la ayi e mi chiederà come è andata e cosa abbiamo fatto e un sacco di cose e io non capirò una cicca e come al solito partirà il nostro dialogo surreale. Come rientro può bastare.

Brrrr

Mi sa che è la stanchezza che mi fa provare più freddo. Ora vado a correre, così mi infliggo il colpo di grazia.

Datemi qualche giorno, ché magari torno a scrivere qualcosa di più intelligente.