Premessa: chiunque
dovesse leggere questo post e malauguratamente ritrovarsi in qualcuno dei suoi
protagonisti non se ne abbia a male e la prenda con spirito.
Allora. Succede che i nostri amici nonché compagni di
viaggio in quel di Guilin, Longshang e Yangshuo decidono di organizzare una
bella cenetta a base di spaghetti cacio e pepe, sui quali – durante il viaggio
appunto – avevamo fantasticato parecchio. Insomma, a chi non piace cacio e
pepe? Per di più, il lui della coppia è un ottimo cuoco, quindi le premesse c’erano
tutte.
I padroni di casa decidono di approfittare dell’occasione
per invitare anche un’altra coppia italiana, arrivata da poco a Shanghai e la
cosa ci fa piacere perché sono molto simpatici. Succede però che gli ospiti,
per non arrivare a mani vuote, portano un bel vassoione di tiramisù fatto in
casa, sul quale abbiamo scherzato amabilmente per 5 minuti: chi è più bravo a
farlo, il segreto è nella crema, attenzione alle uova cinesi che sono di gomma, e bla bla...
Comunque, la cena ha inizio, la cacio e pepe è buonissima,
il vinello si apprezza, la conversazione è spumeggiante. Poi arriva il momento
del dolce. Ovvero il momento del tiramisù, che i padroni di casa ci offrono in
abbondante quantità in capienti coppette. Io, come tutti gli altri, lo mangio via via sempre più cauta perché - tra me e me - noto che non è proprio favoloso. Ma siccome sono una
personcina educata e mamma e papà -mannaggia- mi hanno insegnato a non lasciare
nulla nel piatto, lo finisco.
Il risultato è che Andrea ha cominciato a fare la spola con
il bagno ancora a casa degli amici, io non appena sono rientrata a casa e il
padrone di casa pure. Degli altri ospiti non so, dal momento che non sarebbe
stato carino chiedere se dopo aver mangiato il LORO tiramisù erano stati male di
pancia e chiusi in bagno per venti minuti come noi.
Per giunta il giorno dopo i nostri ospiti ci hanno rivelato
che il dolce aveva un aspetto tremendo, perché le uova avevano deciso di non
amalgamarsi con il resto creando un fondo liquido ed appiccicoso.
Di qui il mio quesito: al di là del fatto che spero di non essermi presa la salmonellosi o qualche altra infezione spiacevole che finisce in “osi”, cosa avrei fatto io al posto dei padroni di casa? Meglio rischiare un avvelenamento collettivo da cibo o la figura di palta nel dover rivelare ai propri ospiti che il loro presente è impresentabile?
Tra noi abbiamo azzardato
l’unica alternativa possibile: un finto scivolone in cucina con conseguente
triste fine del dolcetto. "Mannaggia che impiastro! Mi è scivolato il tiramisù!"
E voi? Cosa avreste fatto?
Giovannaaaaa! Ma proprio stasera dovevo scoprire il tuo blog?
RispondiEliminaVa beh, siccome sono una donna di spirito mi sono fatta una risata infinita a immaginare Andrea sul gabinetto gia` a casa di C. (Non c ne eravamo accorti)!
Giuro le uova non eran scadute, giuro noi non siamo stati male, giuro il tiramisu` non lo rifaro` piu`!
Magari la prossima volta, per pareggiare i conti, porto una bella limonata calda?
Baci alla soia, Simona
p.s. comunque nel Truman si aggira un virus che da` nausea e vomito, dai che sara` stato quello. Ma ora e passato????
Me lo aspettavo! Ma siccome sei persona di spirito non mi turbo più di tanto. Benvenuta!
Eliminada cuoca, in piu', educata (come hanno insegnato anche a me), avrei sicuramente optato per il "Mannaggia che impiastro! Mi è scivolato il tiramisù!". senza dubbio.
RispondiEliminala prossima volta, avere un plan B (aka: dolce di riserva, nei casi di emergenza), puo' aiutare...
cris
C'era c'era....
EliminaEcco mi hai fatto venire una voglia tremenda di cacio e pepe! Adesso dove lo trovo il cacio a Groningen?! :) saluti dall'Olanda
RispondiEliminaLa cacio e pepe in Cina è una goduria pazzesca. Benvenuta anche a te.
EliminaNo comment sulla serata. Invece mi complimento con te per il nuovo disegno in testa al blog .Molto spiritoso.Cora
RispondiEliminaGrazie. Pensavo non se ne fosse accorto nessuno!
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