L’idea era quella di raccontare ai bambini una storia a tema
vegetale-floricultorio-naturalistico, fargli realizzare una specie di grosso
manifesto autunnale su cui ciascuno avrebbe realizzato il suo fiore di carta
personalizzato e poi distribuire a ciascuno un vasetto di yogurt vuoto da
riempire di terra, semi e – volendo – vermi, che, si sa, fanno comodo per
concimare e smuovere la terra.
Ma dico: ce l’avete menata per dieci giorni millantando un
evento di caratura mondiale e poi il tutto si risolve con una stitica
distribuzione di concime ai pargoli? E’ che secondo me gli americani sono così:
vendono il prodotto. Non importa se poi il prodotto è fuffa . L’importante è
che tu abbia abboccato. E lo dico con il massimo rispetto per questa cosa qui,
perché vuol dire saperci fare.
Alle volte mi immagino un mix tra la pervicacia dei cinesi e
la dialettica commerciale americana e mi spavento: verrebbe fuori un fuoriclasse, ma anche un
mostro.
Comunque, sponsorizzazione a parte, come al solito Alice si è
divertita, lei, a riempirsi le mani di terra e a mettere semi e acqua e ancora
semi e terra. Poi c’è stata questa cosa della cassa coi vermi: appena l’ha
vista, ha deciso che – diamine – mica poteva tornare a casa senza un bel
bacherozzo sguiscioloso nel vasetto.
Così da due giorni, altre al geco e agli insetti di casa,
abbiamo adottato anche il verme, che però è UNA verme (sia mai!) e per mezz’ora
si è chiamata Enza, e poi è diventata Jasmine.
Tornando a casa abbiamo preso il taxi perché ero senza bici
e il tempo minacciava pioggia: io tenevo in braccio Orson, tre zaini e la
borsa. Alice teneva il vasetto con Enza-Jasmine. Mi sono raccomandata di
tenerlo dritto, ma OVVIAMENTE, dopo trenta secondi il vasetto le è caduto di
mano ed ha inzozzato di terra il tappetino di dietro del taxi. Ho cominciato a
gridarle dietro di tutto, costringendola a raccogliere con le mani la terra e l’orrenda
bestia, prima che il tassista ci beccasse a riempirgli di terriccio e vermi la
macchina.
Per una frazione di secondo mi sono chiesta se cercare di spiegargli che c'era stato un piccolo incidente ma che non l'avevamo fatto apposta.
Poi mi sono riavuta e ho deciso che era preferibile scappare con la coda tra le gambe e con la mano di mia figlia completamente nera di terra nascosta tra le borse.
Per fortuna non si è accorto di nulla , almeno fino a quando non è smontato dal turno o quando ha deciso di buttare un occhio verso il sedile posteriore.
Per una frazione di secondo mi sono chiesta se cercare di spiegargli che c'era stato un piccolo incidente ma che non l'avevamo fatto apposta.
Poi mi sono riavuta e ho deciso che era preferibile scappare con la coda tra le gambe e con la mano di mia figlia completamente nera di terra nascosta tra le borse.
Per fortuna non si è accorto di nulla , almeno fino a quando non è smontato dal turno o quando ha deciso di buttare un occhio verso il sedile posteriore.
Che vergogna...
vai tranquilla, io quando la gabbianella vomita in taxi lo faccio fermare, pulisco la gabbianella e arrivederci.
RispondiEliminache vuoi che sia un po' di terra. avete recuperato jasmine, sì?
Certo. L'ha ripescata lei con le mani. Bleah!
Eliminaperò enza sarebbe stato un nome più carino per una verma...
RispondiEliminacmq sta cosa del vasetto è tanto carina e ai bambini piace tantissimo!
Anche a me enza piaceva, ma alla fine la verma era sua...
EliminaHo una cara amica che si chiama Enza. Chissà come la prenderebbe sapendo che una sua omonima è ..un verme! Comunque Alice è grande! Impavida e non schizzinosa.Ti assomiglia ,vero? Cora
RispondiEliminaTu che dici?
Eliminahihihi carino il post! povera enza hihi
RispondiEliminaVedo che in molti preferiscono Enza a Jasmin: anche io lo trovo più adatto a lei...
Elimina:-)
Incidenti che possono capitare!
RispondiEliminaNoi due anni fa abbiamo tenuto una ventina di paguri per un mese in casa. Non abbiamo fatto in tempo a riportarli al mare che sono schiattati uno dopo l'altro...
Poveretti. C'era anche il Paguro Bernardo?
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