venerdì 20 aprile 2012

UN PISELLO OLANDESE, ANZI TRE

Oggi sono a terra. Uno straccio.
Potrebbe accadere a chiunque di voi di trovarsi all'ora di pranzo - dopo aver dato da mangiare alla propria figlia - ad ingurgitare sovrappensiero un holland pea lavato ma crudo che campeggia in una ciotola in frigorifero, per ritrovarsi poco dopo chiuso in bagno per mezz'ora.
Con la stessa casualità potrebbe accadervi di trovarvi all'ora di cena, incuranti della precedente esperienza ed alquanto sovrappensiero (oltre che un po’ "de coccio" perché due più due potrebbe fare anche quattro), a mangiarvi DUE holland peas lavati ma crudi e, tempo di imbustare la prole, cominciare a sudare copiosamente e ritrovarsi in bagno per altri quaranta minuti, con la differenza che la seconda volta a farvi compagnia c’é anche un sacchetto, per capirsi tipo quelli degli aereoplani. Della serie: in mancanza di bidet ci si deve attrezzare....
Ora, già mi sono esposta troppo in particolari per spiegarvi più o meno con il sorriso sulle labbra quello che mi è capitato. Succede invece che i cinesi non si fanno assolutamente scrupolo di scendere nei dettagli rispetto a questo genere di cose e, per di più, lo fanno con estrema serietà.
Se mai avessi avuto dei dubbi in merito, la lezione di cinese di questa mattina è stata illuminante.
Per ovvi motivi, infatti, sono arrivata a casa di Marie con gli occhi pesti e la bocca secca, per cui, dopo aver elemosinato una tazza di thé, mi sono messa a raccontare la mia disavventura. La nostra tìccer, che approfitta di ogni evento di “vita vissuta” per spiegarci usanze e significati, termini nuovi e regole grammaticali, si è tutta  animata ed ha preso la palla al balzo, cominciando a spiegarci come si dice “mal di pancia”: dùzi tòng, dice, perché dùzi é la pancia, e via così, con una serie di spiegazioni tra l'escatologico e l'etimologico. Bla bla bla. La mia soglia di attenzione era già ai minimi storici.
Io penso: adesso passerà ad altro.
Ma lei no. Non è paga della spiegazione. Ci vuole spiegare anche come si dice vomitare.
Wo tù le. Ho vomitato. E mima pure il gesto.
Eddai abbiamo capito! Apro il libro?
Macché.
Comincia a chiedere se era un mal di pancia da andare molte volte in bagno.
Io ci scherzo su e dico che, no, sono andata una volta sola ma è stata lunga e mi è bastata.
Non l’avessi mai fatto: ha iniziato una filippica per esprimere la differenza tra mal di pancia di quelli che mangi-una-cosa-e-devi-correre-in-bagno (per la cronaca si dice ladùzi, che nel mio blocco appunti ho tradotto come “vendetta di Montezuma” e la francese ha tradotto come la “Tourista”...) e mal di pancia che-però-alla-fine-non-produci-niente-e-ti-tocca-pure-mangiare-le-prugne-secche. Tutta la spiegazione, però, si è protratta per una decina di minuti buoni, mentre io e la mia compagna di scuola ci guardavamo di sottecchi.
Così mi chiedo: perché questo interesse quasi patologico per le umane deiezioni? Perchè scendere così nel dettaglio anche se nessuno lo ha chiesto? Capisco essere disinvolti nei costumi ed avere meno freni inibitorii (vedi sputare, ruttare, tagliarsi le unghie in pubblico, mangiare accucciati, lasciare i bimbi a culo nudo e via discorrendo) ma alle volte non riesco a stargli dietro. 
E poi, ditemi voi in tutta onestà, nella mia vita prossima futura in Cina quante occasioni mi si presenteranno di parlare con un cinese di stipsi e diarrea?

P.S.
A risollevare la mia mattinata di c......a ci ha pensato Aliccia, che è scesa dal bus conciata così. 
I LOVE THAT SCHOOL!

6 commenti:

  1. Però anche tu, 'sti piselli! lo sai che qui si cuoce tutto, pure l'insalata, ci sarà un perché... ;)

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  2. Tu e Aliccia: dalle stelle alle stalle ( o viceversa).
    Domanda: cosa significa piselli "olendesi"?
    Ciao
    Barbariccia

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    1. Qui li chiamano così: i pisellini che si mangiano chiusi e con il baccello. Sono tenerissimi e basta passarli al volo nel wok e sono pronti.
      Pronti per cosa, però?

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  3. oh cavoli!
    che brutta esperienza
    pero Aliccia con quelle stelline pare proprio una magetta capace di trasformare il corso di una brutta giornata!

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