Come se non bastasse, i serramenti sono pessimi, quindi lo spiffero è
all’ordine del giorno. E qui vento ne tira parecchio.
La differenza più forte rispetto alla casa di Milano è senza dubbio nel
sistema di riscaldamento. Come ho già avuto modo di accennare, qui le case non
hanno il riscaldamento tradizionale a radiatori o pannelli perchè Shanghai non
viene considerata una città fredda, dato che Mao ha deciso così.
Forse Mao quando ha preso questa decisione aveva la percentuale sulle vendite di maglie di superpippo o una moglie in menopausa
con le scalmane. Non so. Succede così che tutti
usano un sistema di riscaldamento a fancoil; in altre parole viene pompata aria
calda in ogni stanza. La conseguenza è una secchezza delle fauci che neanche quando
sei dal dentista a bocca aperta con il gancio-aspira saliva... Per non parlare
dell’effetto sega-elettrica-in-galleria-con-l’eco
che contraddistingue il respiro della mia metà, che già abitualmente russa come
pochi, ma in questo caso arriva a vette inesplorate.
Questa è la bella notizia. La cattiva notizia è che in bagno NON c’è il
riscaldamento. E se in alcune case che ho visitato questa cosa non è molto
rilevante, perchè evidentemente l’aria calda riesce a distribuirsi lo stesso, a
casa nostra non è così. Se ti scappa la pipì sei fregato. Hai tre possibilità:
ti geli e vai a farla, ti metti un maglione in più e vai a farla, oppure
accendi la luce e la fai dopo qualche minuto. E già, perchè c’è un furbissimo
cinese (immagino oggi miliardario) che ha avuto un’idea geniale. Questa.
Trattasi di una speciale lampada costituita da quattro luci grandi e
una piccola centrale, oltre ad un sistema di aspirazione ed, in alcuni casi, ad
un sistema di cromoterapia. Questo accrocchietto, per quanto abbastanza brutto,
ha il doppio ruolo di risaldamento ed aspirazione. Si abbina ad un interruttore
a quattro pulsanti: luce piccola (caldino), coppia di luci grandi (caldo),
altra coppia di luci grandi (caldissimo!) ed aspirazione. In nessun bagno della
città questa lampada puo’ mancare, ma vi assicuro che, nella sua banalità,
svolge egregiamente il suo lavoro.
Altra sciccheria locale sono le finiture, in puro stile “shabby chic”,
di pavimenti (laminato d’oriente), arredi (pura fòrmica asiatica), piano cucina
(pietra DENOARTI) oltre alle
rifiniture ed i dettagli, da fare invidia ai migliori studi di interni, incluso
quello in cui ho lavorato negli ultimi otto anni.
Qui siliconano tutto. C’è un buchino? Silicone. Lo zoccolo in metallo
che tocca il pavimento? Silicone. Il cancelletto di legno al muro? Siliconato.
Solo che dopo un po’ tutto comincia a crepare (te credo, col caldo secco che fa
in casa...) e l’effetto diventa abbastanza inguardabile...
Un’altro pregevole dettaglio è il water, che qui però si usa con delle
dinamiche un po’ diverse dalle nostre. Diciamo che, senza entrare troppo nei
dettagli (magari chessò, mentre state leggendo è ora di pranzo, oppure avete
appena finito di mangiare o più semplicemente non vi va di sentire parlare di
cacca...), il concetto é opposto rispetto allo sciacquone italico poichè nel
moderno wc cinese il livello dell’acqua è molto alto, cosicchè in fase di
scarico l’effetto è di “risucchio” di quanto esistente. Le conseguenze sono
due: la prima è che da nessuna parte trovi lo spazzolino da wc (è un po’ come
il bidet: questo sconosciuto). La seconda è che il sistema evidentemente non è
perfetto perchè l’intasamento è un fenomeno tutt’altro che infrequente. Dopo
che a noi è successo la prima volta e che si è presentato a casa l’efficiente
idraulico dotato di sturalavandino-sturacesso, ho appreso che in Cina vige una
malsana abitudine per evitare il suddetto fenomeno. Semplicemente vi è la
consuetudine di apporre la carta igienica impiegata in un cestino a parte,
onde evitare il formarsi di spiacevoli tappi.
Ok ma dello spiacevole cestino vogliamo parlarne?
Per fortuna, nei luoghi pubblici in cui siamo stati il livello di
civiltà è di tutt’altro tipo e un’esperienza del genere mi manca...Naturalmente a casa
nostra abbiamo fatto scorta di scovolini e di sturacessi.
D’altra parte, non si puo’ fare troppo i sofisticati con queste case,
dai. In fondo ci sono anche aspetti positivi... C’è il wi-fi, quindi internet
sempre disponibile 24 ore al giorno. La casa super cablata, con un sacco di
prese. Già le prese...Prima di partire avevamo fatto scorta di quelle jolly,
quelle prese universali che consentono di impiegare le nostre spine. Solo che siccome
sono molto care, ci eravamo limitati ad acquistarne qualcuna. Abbiamo passato le
prime tre settimane in Cina in un continuo metti e togli: “Devo usare il ferro,
dov’è la presa jolly?” “Attaccata al phon, in bagno al piano di sopra!”. “Devo
ricaricare il computer, dove trovo la presa?” “E’ occupata, serve per l’Ipad” “E
l’altra?” “Col cellulare...” “E l’altra?” “Per l’Iphone...”. Insomma un delirio.
Finché una sera, faccio lo shampoo ad Alice e attacco la spina del phon alla
presa. Lo accendo. Dopo un paio di minuti realizzo che lo sto usando senza
presa jolly.
Azz...Abbiamo speso 80 euro di prese e smadonnato per un mese senza accorgerci
che le nostre spine sono perfettamente compatibili con le prese che ci hanno
montato in casa.
Per la temperatura in bagno dovresti procurarti i famosi "funghi" tipici dei bar. Accendendo un solo faretto avrest il giusto "ambient" per una calda e rilassante lettura..certo la poesia si rompe un pò con l'immagine del wc..
RispondiEliminaa me manca la lampadona da bagno... sara' perche' ho il riscaldamento a pavimento? :0)
RispondiEliminaposso venire a provarla??? capisco la frustrazione di un architetto bravo... ad amsterdam casa nostra e' costruita sulla terra strappata a mare e non abbiamo mai avuto macchie di umidita'...
comunque, dai, sii positiva: se non vivessi in queso paese, forse non avresti cosi' tante cose da raccontare!
cris
E' proprio così. Però ci sono giorni in cui un po' di vita senza così tanti rumori, odori, sapori...sarebbe meno faticosa. Chissà, magari invece mi sono abituata e senza tutto questo non starei più bene...
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