Piccolo sfogo serale.
Se il blog è anche una valvola di sfogo (non l’ha mai detto nessuno, ma ho deciso io che è così), allora mi permetto di sfogarmi, perché oggi è stata una giornata veramente di schifo.
Io non so se vi immaginate che essere qui sia tutto frizzi e lazzi, ma in effetti non è esattamente così. Essendo in una fase di transizione in cui Alice ancora non va a scuola, sta a casa tutto il giorno e va intrattenuta. Questo primo fattore A, si unisce al fattore B, ovvero la sorella, che – seppure piccolina – è a sua volta un bel martello schiacciasassi anche lei. Il fattore C è il tempo, che si ostina ad essere molto piovoso, benché non eccessivamente freddo.
Piovono “cani e gatti” si direbbe qui, anzi no, qui in Cina probabilmente no, perché sennò sai che scorpacciate….
Fattore D: a metà pomeriggio è buio, quindi ‘ndo vado?, specie se poi rischio di perdermi e di non riuscire più a tornare a casa.
Questo fatto di non capire un tubo di quello che dicono è abbastanza frustrante. Questa mattina sono stata al mercato dei fiori e delle piante insieme ad un’altra ragazza, la quale – prima di partire per la Cina – aveva preso 10 lezioni di cinese. Nulla di ché, ma abbastanza per saper contare fino a 10, dire destra sinistra, si, no, quanto costa, grazie e prego…insomma, il kit di prima necessità per il turista allo sbaraglio.
Mentre lei riusciva a contrattare per la mia giunchiglia, io la guardavo come le mucche guardano passare il treno, probabilmente con la bocca anche un po’ aperta, nell’assoluta ignoranza della conversazione.
Ci sono due aspetti poi, che rendono ancora più frustrante il gap linguistico: il primo è legato all’indole dei cinesi, che se ne battono allegramente se speri che ti aiutino nella comprensione di una parola. Non è sempre così, perché qualche figuro che conosce uno stentato inglese lo trovi. Ma se sanno solo cinese, morire se ti aiutano: in Italia l’inglese lo sappiamo malissimo, ma sfido chiunque a non prodigarsi in mille modi per aiutare il classico turista in difficoltà a trovare quello che sa cercando, si tratti di un luogo o di un oggetto.
Qui, spesso e volentieri ridono.
Un po’ sotto i baffi, a mo’ di presa per il naso, un po’ a trentaquattro denti, così, per allegria. E tu, che magari stai girando il reparto detersivi da cinquanta minuti, nella speranza di trovare lo scioglimacchia, li guardi e pensi (o dici a denti stretti, tanto non cambia molto) “zzo ti ridi?”
Il secondo è strettamente linguistico: la lingua cinese per certi aspetti è facile. C’è il verbo, ma non va coniugato. Un po’ come dire: “io essere, tu essere, lui essere, noi essere…..” e così via (un po’ tipo la Mamy di Via col vento).
Bello! uno dice. Si, peccato che sulle cosa “facili” invece la faccenda si complica.
Se devi dire QUESTO, non c’è una parola sola: cambia, se è questo tra pochi, questo di molti, questo vicino a te, questo se è lontano. Stessa cosa, se non ho capito male, per i numeri: a seconda che si riferiscano a cose, a persone, a molti, a pochi, al passato, al futuro, ai belli, ai brutti (sto esagerando, lo so) cambia la parola. Quindi è un casino.
Non sottovalutate dunque il piacere di scendere sotto casa domani mattina, entrare in un bar (voi che li avete), chiedere un caffè con la certezza che avete chiesto un solo caffè, non uno tra tanti, uno vicino, uno lontano, uno buono o uno cattivo.
Solo uno.
E che soprattutto (beati voi) ve lo potrete anche bere…
P.S. Un grazie di cuore ai "membri" del blog e a chi posta commenti. Davvero, mi fate felice!
Ciao Gio', sono rapito dalle tue frasi 'solari' in un tempo uggioso, dalla tua positivita' in un ambiente (inizialmente) un po' ostico...
RispondiEliminaNon trovo notizie di Andrea, deduco che si trovi bene sia in azienda che fuori. Sono felice per voi.
Cerchero' di seguirti sempre piu'...
Un saluto da Mauro Sabri e Sofia
ciao cara, divertente sto tuo sito.
RispondiEliminaBaci
Elena
ps rispondi anche alle mail
Eh no Giovanna, no, non mollare adesso, andavi benone!
RispondiEliminaE poi scusa, pensa a noi che siamo qui, senza frigo, con le tapparelle dei dirimpettai sempre chiuse, con i nuovi vicini che ascoltano fino a notte inoltrata le hit di 'Radio Mecca' (motivetti che personalmente trovo molto poco orecchiabili!) e parlano, parlano, parlano, e io non riesco nemmeno ad impicciarmi dei fatti loro, come invece sono obbligata a fare con le iniezioni e mal di schiena dell’altra vicina, quella di sinistra, perché quelli di destra parlano arabo stretto stretto, con l’aggravante del fatto che sembrano tutti e sei seduti sul bordo del mio letto (già, costretti in sei in un bilocale!)
E poi, non puoi abituarmi con i tuoi post spassosi e ricchi di aneddoti interessanti, al punto che quando arrivo presto la mattina, ormai tutti i giorni – si è attivata la tanto discussa Congestion Charge, meglio nota come Area C, quindi via Ponzio è praticamente deserta, così come è molto più scorrevole tutta la viabilità mattutina del quartiere (o forse sono tutti a casa con l’influenza?) – scelgo, invece di andare a prendere il caffè con i colleghi (la mia orsutaggine che emerge), di sbrirciare sul tuo blog con la speranza di trovare una siringata di buon umore per cominciare in 'a good mood' la giornata!
Devi tenere duro Giovanna, DEVI FARLO PER NOI, non devi frustrati, in fondo bastano solo dieci lezioni per parlare ai fioristi cinesi!
Poi Alice andrà a scuola, e poi ci andrà anche Maia (che ho definitivamente capito avete optato di scrivere senza - y – maledetta me, sono eccessivamente esterofila in tutto!), e allora potrai pensare a un piano di attacco, e a trovare tutte le modalità 'fast and full' di integrazione linguistico-culturale, sai poi che incredibile arricchimento personale!
Dai, voglio darti una mano!!!
LESSON NUMBER ONE: Chinese numbers
In Chinese numbers are divided by every four digits as opposed to three in English.
And multiples of ten are known as:
"x 10" = "shi", "x 102" = "bai", "x 103" = "qian", "x 104" = "wan", "x 108" = "yi"
Facile no!?
Ah! Per darti un’ulteriore iniezione di energia positiva, voglio aggiungere che mi sa che ti toccherà imparare oltre al Mandarino, anche il dialetto di Shanghai, pare mooolto diffuso dalle tua parti!
Adesso si che stai meglio, eh?
Bene, l’ora di umorismo è finita.
Parlo così solo perché la mia famiglia è una babele: mamma tedesca, zia norvegese, cugini canadesi, prozie svizzero-francesi, biscugina libanese e pure un bisnonno ungherese. La condizione di sentire idiomi sconosciuti e incomprensibili mi è molto familiare, al punto che sentir parlare solo italiano mi fa strano!
Però è dura. So che è durissima non riuscire a parlare/capire un altro individuo, non riuscire a verbalizzare i pensieri che si hanno nella testa, a comunicare. Per una persona che riesce a farlo bene quanto riesci a farlo tu, lo è probabilmente ancora di più. Quindi ok: post FRUSTRAZIONE approvato dalla censura di via Brocchi!
Se ti può sollevare pensa a tutti i cinesi che a Prato devono imparare la differenza tra "questo", "quello", e .."codesto costì"!per non parlare di "codesto costà"...maremma cantonese!;-)
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