Ho fatto un sogno strano.
Ho sognato che i miei genitori
venivano a trovarci a Shanghai. Ora, se c’è una cosa molto improbabile, è che i
miei vengano qui: non solo per problemi oggettivi, ma anche per l’idea stessa
che dove viviamo sia troppo lontano, troppo inaccessibile per loro, anche in
considerazione dell’età.
Ho sognato che arrivavano bel
belli e freschi come rose, nonostante più di 12 ore di volo, il fuso orario, il
cambio di aereo e tutte le difficoltà del caso. Vedevo nei loro occhi la stanchezza
ma anche l’entusiasmo dell’arrivo e il senso di soddisfazione per averlo fatto.
IL GRANDE PASSO!
Nel sogno io un po’ andavo a
lavorare e un po’ restavo con loro e li portavo in giro per questa città così
enorme e proprio dalla sua enormità loro erano colpiti, nel bene e nel male,
perché il fascino di Shanghai è anche il suo limite e il suo lato negativo. Come
ogni metropoli è caotica, trafficata e purtroppo sempre più inquinata.
Nel sogno
prendevamo decine e decine di taxi perché qui costano poco, e ogni volta
facevamo commenti divertenti sul tassista: quello sporco, quello gentile, quello
catarroso, quello imbranato, il pilota di F1 e il polentone. In effetti, qui la
varietà non manca!
Ho anche sognato che li imbottivo
di visite ai templi buddisti e che loro rimanevano al tempo stesso affascinati
dal misticismo di alcuni e dalla falsità commerciale di altri. In ogni
caso, qualcosa di molto diverso da noi.
Ho sognato che provavamo tanti cibi,
cinesi, ovviamente, ma anche giapponesi e altro ancora. Anche in questo la
città non manca di offerta. Nel sogno era primavera, quindi molti luoghi erano
pieni di fiori, rigogliosi e bellissimi, e loro si stupivano, come ho sempre
fatto anche io, dell’impegno che i cinesi mettono nel curare gli spazi verdi e
fioriti, sempre precisi e puliti. Facevano anche delle cose da soli, come la
crocierina sul fiume o la vista ai musei, ed io andavo a lavorare con un filo
di preoccupazione che non riuscissero a orientarsi, o a raggiungere certi
luoghi. Invece, e qui è il surreale del sogno, se la cavavano alla grande,
anche con la lingua (l’inglese, intendo, non esageriamo!).
Lo strano, quando si hanno ospiti
che arrivano dall'Italia, è che fa l’effetto di due mondi paralleli che si
incontrano (forse ne ho già parlato) e che non riesci facilmente ad associare:
il papà che cerca Alice per tutto il compound mentre fuori fa buio e lei, come
al solito, è in ritardo, o la mamma che assaggia i tanto decantati ravioli cinesi, quelli buoni.
Due mondi paralleli, appunto.
Ma tanto era un sogno. E come
tutti i sogni è pure finito.
Vabbé, glielo racconterò: chissà
che risate che si faranno.
no comment. Cora
RispondiEliminaComment comment
EliminaLa foto mi destabilizza, sono o non sono venuti a Shangai?
RispondiEliminaSecondo te?
Elimina;)
No :(
EliminaSi. ;)
EliminaForte la Emy!! Cora
RispondiEliminaVisto?
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