martedì 4 giugno 2013

MAGARI NO

Siamo agli sgoccioli con la scuola.
Ancora un paio di settimane scarse e l’anno scolastico finirà. E come per magia, dopo meno di 24 ore, la maggior parte delle italiche mamme imbusterà casa e figli e farà rientro in patria, per lanciarsi nelle italiche spiagge con i quanto mai impazienti italici nonni in crisi da astinenza da nipoti.
In effetti, consideravo che di tutto il parterre internazionale che gira qui dove vivo io, gli italiani sono gli unici che, appena la scuola finisce, se non prima, hanno già una mano sulla valigia e l’altra sul passaporto.
Le altre nazioni in questo sono più discrete, o almeno danno questa impressione. Di avere più controllo sulla propria astinenza da madrepatria. Noi no.
Ultimamente, ammetto, mi capita di incontrare altre connazionali e di vedere sulle loro facce la medesima impazienza, lo stesso incontenibile desiderio di CASA. Perché l’espatrio, o almeno questo espatrio, così anomalo e per certi versi irreale, dopo un po’ stanca. Dopo sei mesi sentiamo tutte/i il bisogno di tornare alla realtà.
Forse, per quanto mi riguarda, il desiderio di tornare in Italia è per una volta legato al bisogno di sentirmi accudita, ogni tanto, anziché dover essere quella che accudisce. Di non dover pensare sempre tutto per gli altri, ma lasciare che siano gli altri a pensare per me. Farmi un po’ coccolare, viziare, come temo saranno le mie figlie per le prossime sei settimane.
E poi questa Cina.
Ancora così sconosciuta. Questi cinesi che cerco di capire e di apprezzare. E mi sforzo. E parlo con la mia maestra di lingua e le dico che – davvero – loro ci stanno facendo le scarpe ma, non solo, cominciano anche a fare un salto culturale, se non solo sociale.
Che sì, è vero che il denaro sembra essere sempre il loro interesse primario, ma ci sono anche tanti cambiamenti in corso, che sono una società in continua evoluzione, in fermento, e che presto faranno il grande passo in termini di consapevolezza, di cultura, di know how..

Certo...poi torno a casa.
E trovo l’Ayi che mi chiede se può prendere mezza giornata, perché deve andare all'ospedale.
Tutto bene, spero? Dico io. Lei ridacchia e dice di si. Cerca di spiegarmi ma io non capisco niente di quello che dice. (I termini medico-scientifici non erano inclusi nell’esame HSK1...)
Allora taglia la testa al toro si alza la maglia e scopre una tetta. La strizza copiosamente e abbozza una spiegazione.

Così, in ordine sparo, penso che:
-Probabilmente deve fare una mammografia
-Spero ardentemente che in caso di pap-test non senta il bisogno di analoghe spiegazioni
-La rivoluzione culturale quella vera è ancora bella lontana
-Si, decisamente devo staccare per un po’.

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