La ricerca non è stata facile, perché qui
come in tutto il mondo, di millantatori é pieno: c’è quella troppo fighetta,
quella troppo lurida, quella che insegna una cucina dai sapori “adattati”,
quella che è troppo lontana, quella che è vicina ma ha orari improponibili,
quella che ha lo chef stellato, che solo per dirti Ni Hao! ti costa cento zucche.
Alla fine mi segnalano questa scuola, che
regalata non è, ma – mi dico – se ne cavo qualche cosa, sono soldi spesi
bene...
In realtà io vorrei frequentare lo Weekly Chinese
Cooking del martedi, ma quello è il giorno delle mie lezioni di cinese (lingua),
quindi mi tocca rinunciare. E ciò è male, perché la mia informatrice mi ha
riferito che si tratta di un’esperienza piuttosto forte e in effetti leggendo il
programma dal sito non si può che essere d’accordo. Se mi organizzo però, forse
riesco ad andarci di sabato e posso ancora provare il rospo piccante in salsa
sottaceto (5 maggio), l’anguilla di fiume con fagiolini verdi fritti (19
maggio), lumache all’erba cipollina (26 maggio) o il riso cantonese con
fegato d’oca (2 giugno).
La tartaruga in salsa però me la sono già persa. Che
peccato.
Intanto, mi accontento del giovedi, dove
ripiego per le lezioni di dumpling, altrimenti detti ravioli cinesi.
I ravioli cinesi
possono avere varie forme ed ovviamente vari ripieni, alla stregua della nostra
pasta fresca: il virtuosismo con cui vengono preparati, l’attenzione ai vari
passaggi e la cura per gli ingredienti sono in effetti analoghi a quelli della nostra cucina (dal tortellino al raviolo, passando per
l’orecchietta e lo gnocco). Per il resto, non c’entrano un tubo.
Tema del giorno:
ravioli al vapore con ripieno di maiale, gamberetti e funghi.
Effetto finale –
sulla carta (o al ristorante) – dovrebbe essere questo:
Nel mio caso
però, si sono sommati una serie di fattori sfavorevoli che hanno reso il
risultato finale non propriamente lo stesso. Ovvero:
1) Un atteggiamento moderatamente scanzonato da
parte mia, oserei dire un po’ ‘cazzoncello’, che si è intensificato a mano
a mano che mi rendevo conto di produrre una colossale cagata.
2) Una manualità che in una scala da 1 a 10 si
allinea grosso modo sul 2, seconda solo a quella della “sciura” americana
che faceva parte del gruppo e che oltre a non essere stata zitta un
momento (“Perché facciamo questo?
Qual é la storia di questo raviolo? Quanto deve cuocere? Come si dice in
cinese? Che attrezzo devo usare?”) è riuscita a schizzare metà della
sua carne macinata con funghi e bambù sulle mie scarpe.
3) Un master-chef dal pizzetto cattivo, un tipo
duro come la pietra, uno che ha sorriso SOLO una volta, SOLO con mezzo
labbro, SOLO in cinese, SOLO alla fine della lezione e SOLO a quella che
ha fatto i ravioli più belli e che frequenta la scuola da un anno.
Le altre: puà.
Io? Doppio-puà.
La più scarsa di tutte. Non per vantarmi.
Il procedimento
sulla carta è semplice: per la pasta si mescolano farina e acqua e si impastano
con abile gesto della mano, ri-go-ro-sa-men-te destra. Della serie: se sei
mancino... ‘zzi tuoi.
Una volta fatto
un delizioso panetto, lo si mette a riposare per mezz’ora sotto un panno umido
ed intanto ci si dedica al ripieno.
Fin qui, facile.
Il ripieno è composto da carne macinata, trito di bambù, di funghi e di
gamberetti crudi. Qui, il trucco consiste nel portare la carne di maiale dalla
consistenza MACINATO DA SUGO a quella BESTIOLINA INVESTITA IN STRADA DA UN TIR
DI QUATTRO VAGONI E CINQUE TONNELLATE. Praticamente bisogna manipolare la carne e a
più riprese sbatterla nella ciotola: massaggia e sbatti, massaggia e sbatti,
finché non diventa così.
Poi però arriva il bello: si deve riesumare l’impasto e cominciare a fare un
biscione il più possibile regolare. Al mio tentativo, fallimentare, è seguito
il correttivo di ICE-MAN che si è messo pure a commentare il mio operato tipo
pentola di fagioli, facendo - suppongo - colorite osservazioni che per l'appunto non saprei riferire, perché erano in shangainese stretto.
Una volta fatto il serpentello di pasta bisogna impugnarlo con una mano e
con l’altra, usando pollice ed indice, creare dei cilindretti regolari che, una
volta schiacciati, prima a mano e poi con il mattarellino, diventano dei dischi
perfettamente rotondi.
Da questo punto in poi è cominciato il mio declino: da allieva modello a
“la peggiore di tutte”. Li facevo talmente male che anche il vecchietto
sdentato che fungeva da uomo di fatica all’interno della cucina e che si
aggirava tra i tavoli mi prendeva per il culo.
Per la cronaca, é lo stesso vecchietto che, quando lo chef ha detto:”Ora potete iniziare a mettere il ripieno!”
ha tirato dal retro bottega una tale scaracchiata* che a tutte è passata la
fame.
In ogni caso, questo é il triste risultato (i miei sono quelli di
sinistra, quelli bruttarelli e mosci).
Però erano buoni.
E mi sono pure divertita.
Incrostazioni sulle scarpe a parte.
*Dicesi "scaracchiata" preventiva raccolta orale che, attraverso inequivocabile sonoro, anticipa lo sputo.
N.B. Un ringraziamento speciale a Cristina per il servizio fotografico!
*Dicesi "scaracchiata" preventiva raccolta orale che, attraverso inequivocabile sonoro, anticipa lo sputo.
N.B. Un ringraziamento speciale a Cristina per il servizio fotografico!
ma non sono venuti così brutti! poi li avete cotti al vapore o nel brodo?
RispondiEliminasaluti!
Claudia
Al vapore.
EliminaBoh, forse il Gordon Ramsey dei poveri mi aveva un po' demoralizzato...
:-)
bene bene a luglio mangerò cinese. ciumbia, ciao bella, un abbraccio
RispondiEliminaCon le bacchette, però!!
EliminaEssendo vegetariana ho davvero faticato a leggere fino in fondo questo post..pero' complimenti per l'entusiasmo che trapela per il programma culinario del corso..io non ce l'avrei fatta a fare nemmeno i ravioli! (che anche a me non sembrano brutti, anzi!)
RispondiEliminaCi sono anche in versione vegetariana, questo sabato per esempio. Dai, lasci il piccolo al papà e fai una scappata (tanto lui se la cava, no?)...
EliminaÉ solo una questione di manualità vedrai, comunque meglio il corso di ravioli che la lezione di rospo piccante ....!
RispondiEliminaChi può dirlo? Magari è buonissimo....
RispondiEliminaEhm, buono è una parola grossa... diciamo che se riesci a sentire il gusto, dato che quando si dice piccante si intende proprio PICCANTE, e se riesci a superare l'effetto carne molliccia poi gli ossicini danno solo un po' fastidio, ecco.
EliminaMa lo sai che è vero quando dicono che sai scrivere proprio bene?
EliminaMi hai convinta.
NON LA ASSAGGIO.
ma che bello il tuo blog, l'ho appena scoperto!
RispondiEliminaio sognerei di poter fare un corso di cucina cinese ;)
Secondo me ormai si trovano dappertutto. Bisogna solo un po' scremare tra le fregature...
EliminaPer la cronaca ieri sera ho riprovato a fare i dumpling, tra una figlia che urlava a me e l'altra che urlava alla sorella di smettere di urlare (sic!): sempre più brutti, ma è proprio divertente!
"La più scarsa di tutte. Non per vantarmi." ahahahahah sei simpaticissima!
RispondiEliminaho delle serie difficoltà a distinguere destra e sinistra quindi non sono sicura di aver individuato i tuoi, ma non mi sembrano poi così male, anzi!
io li ho fatti una sola volta e ci ho messo una giornata intera! una fatica da non ripetere mai più!
(voglio una foto dell'americana logorroica :))
Purtroppo la foto della signora non ce l'ho. E non mi dispiace poi così tanto.Simpatica era simpatica, però..
RispondiElimina:-)